“Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito.”
[1] Oracolo, parola del Signore, riguardo a Israele. Parola del Signore che ha disteso i cieli e fondata la terra, e che ha formato lo spirito dell’uomo dentro di lui. [2] «Ecco, io farò di Gerusalemme una coppa di stordimento per tutti i popoli circostanti; questo concernerà anche Giuda, quando Gerusalemme sarà assediata. [3] In quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti, e tutte le nazioni della terra si aduneranno contro di lei. [4] In quel giorno», dice il Signore, «io colpirò di smarrimento tutti i cavalli, e di delirio quelli che li cavalcano; io aprirò i miei occhi sulla casa di Giuda, ma colpirò di cecità tutti i cavalli dei popoli. [5] I capi di Giuda diranno in cuor loro: “Gli abitanti di Gerusalemme sono la nostra forza nel Signore degli eserciti, loro Dio”. [6] In quel giorno io renderò i capi di Giuda come un braciere ardente in mezzo alla legna, come una torcia accesa in mezzo ai covoni; essi divoreranno a destra e a sinistra tutti i popoli circostanti. Gerusalemme sarà ancora abitata nel suo proprio luogo, a Gerusalemme. [7] Il Signore salverà prima le tende di Giuda, perché la gloria della casa di Davide e la gloria degli abitanti di Gerusalemme non s’innalzi al di sopra di Giuda. [8] In quel giorno il Signore proteggerà gli abitanti di Gerusalemme; colui che fra loro vacilla sarà, in quel giorno, come Davide; la casa di Davide sarà come Dio, come l’angelo del Signore davanti a loro. [9] In quel giorno io avrò cura di distruggere tutte le nazioni che verranno contro Gerusalemme. [10] «Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito. [11] In quel giorno ci sarà un gran lutto in Gerusalemme, pari al lutto di Adadrimmon nella valle di Meghiddo. [12] Il paese farà cordoglio, ogni famiglia per proprio conto: la famiglia della casa di Davide da una parte e le loro mogli da un’altra parte; la famiglia della casa di Natan da una parte e le loro mogli da un’altra parte; [13] la famiglia della casa di Levi da una parte e le loro mogli da un’altra parte; la famiglia dei Simeiti da una parte e le loro mogli da un’altra parte; [14] ogni famiglia rimasta da una parte e le mogli da un’altra parte.”.
Questa parte del libro di Zaccaria direi che è particolarmente ‘apocalittica’ e, con le sue espressioni, proietta molto sia nelle profezie messianiche avverate che in quelle sul compimento delle promesse di Dio alla fine dei tempi …
Zaccaria ci tiene a precisare che la parola che sta annunciando è: “… del Signore che ha disteso i cieli e fondata la terra, che ha formato lo spirito dell’uomo dentro di lui.”! (1) Quindi non potrebbe esserci parola più autorevole …
Le profezie, considerate le espressioni usate ed anche tenendo conto che non risultano storicamente mai accadute nell’antico Israele, non possono che avere un riferimento agli ultimi tempi e alle cose che devono ancora avvenire …
“… io farò di Gerusalemme una coppa di stordimento per tutti i popoli circostanti … farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli … tutte le nazioni della terra si aduneranno contro di lei … colpirò di smarrimento tutti i cavalli e di delirio quelli che li cavalcano; io aprirò i miei occhi sulla casa di Giuda, ma colpirò di cecità tutti i cavalli dei popoli …” (2-4)
Questa descrizione ricorda molto la battaglia di Madian sotto Gedeone, quando fu Dio a combattere, anziché gli israeliti … fu il Signore a gettare lo scompiglio fra i nemici, perciò fu chiaro anche di chi fosse il merito e la gloria …
I capi del popolo, coscienti di non essere autori di alcun successo, riconosceranno che la vittoria dipenderà proprio da Dio: “… sono la nostra forza nel Signore degli eserciti, loro Dio”.
Riconoscere la gloria e il merito al Signore renderà la loro azione efficace e potente: “… come un braciere ardente in mezzo alla legna, come una torcia accesa in mezzo ai covoni; essi divoreranno a destra e a sinistra tutti i popoli circostanti …”! (5-6)
Quando sarà giunto il tempo nel quale Dio realizzerà le Sue promesse finali, Egli combatterà per i Suoi, il popolo di Dio sarà sotto le ali del Signore stesso, il Suo angelo camminerà invincibile davanti a loro …
Come non pensare alle affermazioni di Paolo in 2 Tessalonicesi, ma anche a quelle di Giovanni in Apocalisse? (7-9)
E poi, ancora, l’azione dello Spirito di Dio di cui parla Zaccaria fa pensare alle profezie scritte da Gioele e che qui rimandano al Messia: “Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito.”! (10)
Come si fa a non pensare a Giovanni 19 che descrive come, ‘guarda caso’, i soldati davanti al corpo morto di Gesù decisero di trafiggerlo anziché spezzargli le gambe …
Quando le nazioni, alla fine, si renderanno conto della loro follia contro il Messia, ci sarà un lutto generale, un riconoscimento vero …
“… ci sarà un gran lutto … pari al lutto di Adadrimmon nella valle di Meghiddo.” (11-14)
Parole misteriose? Non tanto …
Il “lutto di Adad-Rimmon nella valle di Meghiddo” è un’espressione biblica, tratta dal profeta Zaccaria, che descrive un lamento così grande da essere paragonato al pianto per la morte del re Giosia a Megiddo. Non si tratta di un lutto per un dio babilonese chiamato Adad-Rimmon, ma della morte di un re ebreo amato, il cui lutto fu così profondo da essere usato come termine di paragone per un lamento futuro, quello degli abitanti di Gerusalemme quando vedranno colui che hanno trafitto (chiaro riferimento a Gesù).
La profezia parla di un cordoglio diffuso, generalizzato …. Tutti, volenti o meno, dovranno riconoscere il Messia e il Suo sacrificio glorioso che porta Salvezza!
Ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui … la Sua opera salvifica e la Sua gloria saranno innegabili!
La vita cristiana ha una prospettiva eterna ed il senso lo si comprende e lo si vive proprio quando con gli occhi della fede guardiamo alle promesse finali e al loro compimento certo, perché vengono da Colui che ha fatto il cielo e la Terra e tutto ciò che è in esse … tutto per la Sua gloria, ma anche per la redenzione di chiunque crede davvero nel Messia, nel Salvatore che ha dato la vita per il perdono e il riscatto dei Suoi!




