[05/04, 10:03] Sergio D’Ascenzo: Geremia 35:1-11

“Dio ha sempre le Sue buone ragioni, spesso non riesco a capirle, ma sono le Sue e quindi non ci potrà mai essere nella mia testa un’alternativa migliore della Sua …”

“[1] Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore, al tempo di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda: [2] «Va’ alla casa dei Recabiti e parla loro; conducili nella casa del Signore, in una delle camere, e offri loro del vino da bere». [3] Allora io presi Iaazania, figlio di Geremia, figlio di Cabazzinia, i suoi fratelli, tutti i suoi fratelli, tutti i suoi figli e tutta la casa dei Recabiti [4] e li condussi nella casa del Signore, nella camera dei figli di Anan, figlio di Igdalia, uomo di Dio, la quale era vicino alla camera dei capi, sopra la camera di Maaseia, figlio di Sallum, guardiano della soglia. [5] Misi davanti ai figli della casa dei Recabiti delle brocche piene di vino e delle coppe, e dissi loro: «Bevete del vino». [6] Ma quelli risposero: «Noi non beviamo vino, perché Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, ce l’ha proibito, dicendo: “Non berrete mai vino, né voi né i vostri figli per sempre; [7] non costruirete case, non seminerete nessuna semenza, non pianterete vigne e non ne possederete nessuna, ma abiterete in tende tutti i giorni della vostra vita, affinché viviate lungamente nel paese dove state come forestieri”. [8] Noi abbiamo ubbidito alla voce di Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, in tutto quello che ci ha comandato: non beviamo vino durante tutti i nostri giorni, tanto noi che le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie; [9] non costruiamo case per abitarvi, non abbiamo vigna, campo, né semente; [10] abitiamo in tende e abbiamo ubbidito e fatto tutto quello che Ionadab, nostro padre, ci ha comandato. [11] Ma quando Nabucodonosor, re di Babilonia, è salito contro il paese, abbiamo detto: “Venite, ritiriamoci a Gerusalemme, per paura dell’esercito dei Caldei e dell’esercito di Siria”. Così ci siamo stabiliti a Gerusalemme».

Non potendo riportare qui tutto il capitolo 35, scelgo di accogliere una lezione parziale che si completerà con il prossimo brano nella profezia di Geremia … o forse sarebbe più corretto dire: nell’insegnamento che Dio diede al Suo popolo attraverso Geremia, perché non si trattava certo sempre e solo di predizioni future …

Intanto dobbiamo capire chi sono i Recabiti. Erano una famiglia allargata della tribù di Ruben, discendenti di Recab, citato nella Bibbia nel libro delle Cronache e più volte qui in Geremia. Erano noti per la loro vita rigorosa e ascetica, che rifiutava il consumo di vino e il possesso di proprietà, vivendo come nomadi.

In questa vicenda Germia è mandato dal Signore ad invitare in un salone del tempio i nomadi recabiti che si erano rifugiati in città, avendo saputo degli attacchi dei caldei. Doveva offrire loro del ristoro con del vino … Ma questi rifiutarono il vino, in assoluta fedeltà alla loro vocazione come famiglia discendente da Recab. Restarono fermi nel proposito di continuare a mantenere la loro tradizione di essere assolutamente astemi, non avere proprietà immobiliari che li tenessero fissi in un luogo e vivere quindi come nomadi … Vivevano secondo la raccomandazione del loro avo e godendo la benedizione che ne derivava …

Cos’ho imparato, intanto, prima di capire l’uso che Dio farà con gli abitanti di Giuda dell’esempio dei recabiti?

Imparo da Geremia, dalla Sua sottomissione a Dio … Non poteva avere idea di dove sarebbe andato a parare il Signore, quando gli ordinò di riunire nel tempio i recabiti e offrire loro del vino … eppure lo fece! Dio ha sempre le Sue buone ragioni, spesso non riesco a capirle, ma sono le Sue e quindi non ci potrà mai essere nella mia testa un’alternativa migliore della Sua … Voglio ubbidire, come Geremia, e fare la Sua volontà, sempre …

Imparo dai recabiti … Ognuno di loro imparava ben presto, appartenendo alla loro famiglia, cosa aveva stabilito il loro antenato e quale benedizione fosse collegata all’osservanza di quelle regole … Perciò, volendo essere dignitosamente parte della loro famiglia, le osservavano scrupolosamente, accettando la vita nomade e rifiutando fedelmente l’assunzione di vino …
Se gli israeliti, che all’epoca si trovarono come eredità dal patriarca Abraamo la circoncisione di tutti i maschi, non avessero accettato di praticarla – pur non potendone capire le implicazioni e i grandi vantaggi igienico sanitari, come quello di diventare nel tempo l’unico popolo al mondo nel quale praticamente era inesistente il cancro del collo dell’utero nelle donne – oltre alle difficoltà di appartenenza che avrebbero avuto con coloro che invece la praticavano, avrebbero perso le grandi benedizioni ‘nascoste’ in quelle regole …

Perciò ubbidire a Dio e alle Sue regole, anche quando non ne capisco subito ed appieno il senso o il valore, è una regola di vita a cui voglio aderire sempre e fedelmente come cristiano!

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Chiesa Evangelica Isola

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