Geremia 6:21-25
“Il giudizio di Dio è inesorabile … voglio rifletterci prima, non troppo tatdi …”
“[21] Perciò così parla il Signore: «Ecco, io porrò davanti a questo popolo delle pietre d’intoppo, nelle quali inciamperanno assieme padri e figli, vicini e amici, e periranno». [22] Così parla il Signore: «Ecco un popolo viene dal paese di settentrione, una grande nazione si muove dalle estremità della terra. [23] Essi impugnano l’arco e la freccia; sono crudeli, non hanno pietà; la loro voce è come il muggito del mare; montano cavalli; sono pronti a combattere come un solo guerriero, contro di te, figlia di Sion». [24] Noi ne abbiamo udito la fama e le nostre mani si sono infiacchite; l’angoscia ci coglie, un dolore come di partoriente. [25] Non uscite nei campi, non camminate per le vie, perché la spada del nemico è là; tutto intorno è terrore.”.
Dopo aver raccomandato ancora una volta al popolo di fermarsi, riflettere sui “sentieri antichi”, sulla buona strada per tornare al Signore, ravvedersi, perché Dio detestava i loro inutili sacrifici e le apparenze religiose … davanti al rifiuto categorico del popolo, Dio continua a descrivere il Suo giudizio e la realizzazione della Sua sentenza contro di esso …
Giuda, nel suo tradimento, nella sua ostinatezza nel peccare contro Dio, doveva sapere che vedendo il popolo che stava per invadere Gerusalemme e tutta la nazione, non doveva affatto sentirsi vittima ‘semplicemente’ di un invasore malvagio, ma che quel popolo era strumento nelle mani di Dio contro Giuda che aveva tradito il patto, si era dato all’idolatria e viveva in pieno contrasto con la Sua legge!
Gli ostacoli, le difficoltà, le sofferenze, la morte …. erano la manifestazione del giudizio di Dio a lungo minacciato (21)
Il popolo che avrebbe applicato su loro il giudizio di Dio veniva da lontano, da nord, una grande nazione che dalla storia sappiamo essere i babilonesi … (22) Geremia li descrive in modo terrificante: “Essi impugnano l’arco e la freccia; sono crudeli, non hanno pietà; la loro voce è come il muggito del mare; montano cavalli; sono pronti a combattere come un solo guerriero, contro di te, figlia di Sion”! (23)
A questo punto Geremia si identifica con il popolo di Giuda e ne descrive la reazione immaginandola, man mano che si rendevano conto di quanto reale fosse il giudizio di Dio che si stava abbattendo su loro … Infatti di quel terribile popolo conoscevano la fama crescente e terribile: “Noi ne abbiamo udito la fama e le nostre mani si sono infiacchite; l’angoscia ci coglie, un dolore come di partoriente.”! (24) … Perciò ne segue un grido disperato, un tentativo, come se qualcuno del popolo cercasse di fare qualcosa, ma era ormai troppo tardi …
“Non uscite nei campi, non camminate per le vie, perché la spada del nemico è là [è anche là, è ovunque]; tutto intorno è terrore.”.
Riflettendoci, più che compassione per il popolo ribelle che cominciava a subire le giuste conseguenze del suo scellerato modo di vivere, voglio pensare a prendere Dio sul serio, a considerare quant’è terribile cadere nelle Sue mani quand’è adirato … Cerco di riflettere su quanto riusciamo ad essere stupidi quando ci allontaniamo da Lui e cerchiamo di vivere di testa nostra, a come il male cresce in noi e il circolo vizioso ci allontana sempre di più da Lui e dalla Sua buona volontà per noi …
Signore, voglio stare attaccato a Te, alla Tua Parola, cercare la Tua volontà, non voglio distrarmi nella mia tendenza peccaminosa …