“Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà.”!
“[1] Ahimè! Io mi trovo come dopo la raccolta dei frutti, come dopo la racimolatura, quando è finita la vendemmia: non c’è più grappolo da mangiare; io desidero invano un fico primaticcio. [2] L’uomo pio è scomparso dalla terra; non c’è più gente retta fra gli uomini; tutti stanno in agguato per spargere il sangue, ognuno dà la caccia con la rete a suo fratello. [3] Le loro mani sono pronte al male, per farlo con ogni cura; il principe ha delle pretese, il giudice si lascia corrompere, il potente manifesta la sua ingordigia e ordiscono così le loro trame. [4] Il migliore di loro è simile a un rovo; il più retto è peggiore di una siepe di spine. Il giorno annunciato dalle tue sentinelle, il giorno della tua punizione viene; allora saranno nella costernazione. [5] Non fidatevi del compagno, non riponete fiducia nell’amico intimo; sorveglia la porta della tua bocca davanti a colei che riposa sul tuo petto. [6] Perché il figlio offende il padre, la figlia insorge contro la madre, la nuora contro la suocera e i nemici di ciascuno sono quelli di casa sua. [7] Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà. [8] Non ti rallegrare per me, o mia nemica! Se sono caduta, mi rialzerò; se sto seduta nelle tenebre, il Signore è la mia luce. [9] Io sopporterò lo sdegno del Signore, perché ho peccato contro di lui, finché egli difenda la mia causa e mi faccia giustizia; egli mi condurrà fuori alla luce e io contemplerò la sua giustizia. [10] Allora la mia nemica lo vedrà e sarà coperta di vergogna; lei che mi diceva: «Dov’è il Signore, il tuo Dio?» I miei occhi la vedranno, quando sarà calpestata come il fango delle strade.”.
Prima di concludere il suo libro, Michea esprime un lamento sulla condizione di Israele, su cui ha già espresso il giudizio di Dio imminente …
Usando un’immagine tipica della vita della campagna, descrive lo stato della nazione sotto giudizio come un frutteto dopo che c’è stata la raccolta, come un vigneto dopo la racimolatura, cioè dopo che si è passati a raccogliere anche gli ultimi grappoli rimasti … (1)
È uno spettacolo desolante, che non offre niente, ogni desiderio resta insoddisfatto, niente di niente …
Così poi applica questa immagine alla effettiva condizione del popolo, una realtà triste e desolata nella quale non c’è più alcun uomo pio, non si trova più gente retta, si trova solo violenza, malvagità che aspetta di colpire, agguato fra fratelli … un quadro terribile … (2)
L’impegno maggiore di gran parte del popolo era fare il male e farlo con cura, con impegno … il principe con le sue pretese, il giudice che si lascia corrompere, il potente mostra la sua avidità, la sua insaziabilità … così tutti si mostrano impegnati nelle loro tresche malvagie … (3)
Cosa c’è di peggio di un inutile e pungente rovo? Niente …
Ecco la forza delle immagini nelle descrizioni: “Il migliore di loro è simile a un rovo; il più retto è peggiore di una siepe di spine.’! (4)
Veramente una condizione terribile quella del popolo che sarebbe dovuto essere “di Dio”!
Perciò Michea ribadisce l’imminenza del giudizio di Dio annunciato da più profeti, la punizione del cielo …
Nel frattempo sembra esprimere una certa ironia da parte del Signore su come comportarsi …
Non mettete la vostra fiducia nell’amico … vi tradirà … Attento a come parli con la tua compagna di vita … (5)
Siete così malridotti e lontani dal Signore che: “… il figlio offende il padre, la figlia insorge contro la madre, la nuora contro la suocera e i nemici di ciascuno sono quelli di casa sua.”! (6)
Il quadro è triste, drammatico, non resta che l’attesa della piena manifestazione del giudizio … Invece Michea esprime una parola di speranza, diversa, controcorrente e lo fa rappresentando il pensiero di chi, al contrario del resto del popolo, guarda al Signore:
“Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà.”! (7)
È la certezza nel Signore di chi mantiene il proprio sguardo su di Lui, che continua a confidare in Dio anche quando sembra che tutto vada a rotoli …
Perfino quando cade, quando la propria fede sì è dimostrata debole, sa nel suo cuore che il Signore lo rialzerà!
Perfino se: “… sto seduta nelle tenebre, il Signore è la mia luce.”! (
Non approfitto della misericordia del Signore, quando ritiene di correggermi, lo accetto, perché riconosco il mio peccato contro di Lui e aspetto che Egli decida, a Suo tempo, di difendere la mia causa e di farmi giustizia … Io so nel mio cuore perdonato che verrà il giorno in cui: “… egli mi condurrà fuori alla luce e io contemplerò la sua giustizia.”! (9)
Chi ha osato deridere la mia fede nel solo vero Dio, chi ha avrà dubitato del Signore dovrà pentirsene amaramente, quando Egli Si manifesterà!
Dio calpesterà i Suoi nemici come fango sulla strada …
Signore, grazie per questa meravigliosa parola di speranza che mi permette di vivere sereno oggi, nonostante tutto, e guardare con fiducia al futuro …