[24/12/2024, 10:35] Sergio D’Ascenzo: Geremia 8:1-5
“Essi persistono nella malafede e rifiutano di convertirsi …”
“[1] «In quel tempo», dice il Signore, «si toglieranno dai loro sepolcri le ossa dei re di Giuda, le ossa dei suoi prìncipi, le ossa dei sacerdoti, le ossa dei profeti, le ossa degli abitanti di Gerusalemme, [2] e le si esporrà davanti al sole, davanti alla luna e davanti a tutto l’esercito del cielo, che essi hanno amato, hanno servito, hanno seguito, hanno consultato e davanti a cui si sono prostrati; non si raccoglieranno, non si seppelliranno, ma saranno come letame sulla faccia della terra. [3] La morte sarà preferibile alla vita per tutto il residuo che rimarrà di questa razza malvagia, in tutti i luoghi dove li avrò scacciati», dice il Signore degli eserciti. [4] «Tu di’ loro: “Così parla il Signore: Se uno cade non si rialza forse? Se uno si svia, non torna egli indietro? [5] Perché dunque questo popolo di Gerusalemme si svia di uno sviamento perenne? Essi persistono nella malafede e rifiutano di convertirsi.”.
Nella descrizione delle ragioni del giudizio, Geremia esprimere questa volta un aspetto molto particolare che aveva un grande peso simbolico nell’antico Israele. Storicamente, infatti, il riferimento alle ossa degli antenati era molto forte e la continuità – attraverso l’onore dedicato ad esse – significava mantenere il ricordo, la memoria della storia vissuta, della grandezza del popolo nei confronti delle nazioni pagane, dell’opera e della fedeltà di Dio nel tempo a cui avevano assistito!
Per esempio quando Israele era uscito dall’Egitto, Mosè (Esodo 13:19) fece portare via alle ossa di Giuseppe (che poi avrebbero seppellite di nuovo a Sichem), sigificava trasportare via la loro storia, le loro radici come popolo, nella terra che Dio avrebbe dato loro … Così adesso nel giudizio si fa riferimento proprio alle ossa degli antenati, ma che a causa della idolatria, del grave peccato di cui Giulia continuava a macchiarsi, portava alla loro profanazione, cioè le ossa degli antenati sarebbero state esposte al sole e disprezzate …
È interessante la sottolineatura di Geremia, cioè che quella profanazione era legata proprio alla loro idolatria! Questo evento storicamente terribile si sarebbe manifestato proprio davanti “all’esercito del cielo” … un’espressione simbolica per descrivere tutti gli idoli che Giuda stava adorando, che avevano adottato come loro dèi nelle pratiche del popolo, sostituendoli al solo vero Dio che li aveva liberati dalla schiavitù!
Questo infatti sarebbe avvenuto: “davanti a tutto l’esercito del cielo, che essi hanno amato, hanno servito, hanno seguito, hanno consultato e davanti a cui si sono prostrati; non si raccoglieranno, non si seppelliranno, ma saranno come letame sulla faccia della terra.”!
Anche di questa colpa si sarebbero macchiati nel loro allontanarsi da Dio, quella della profanazione delle ossa dei principi, dei grandi uomini e dei profeti che li avevano preceduti … perché allontanarsi da Dio e vivere nell’idolatria significava, tra l’altro, disprezzare l’elezione come popolo, sputare sulla benignità immeritata con cui Dio li aveva accompagnati per secoli…
Sarebbe stato così terribile il giudizio di Dio, la sofferenza sarebbe stata tale che: “La morte sarà preferibile alla vita per tutto il residuo che rimarrà di questa razza malvagia, in tutti i luoghi dove li avrò scacciati»!
Il capo d’accusa che questa volta Geremia presenta, per l’ennesima volta davanti al popolo, lo esprime proprio attraverso le parole di Dio stesso e cioè che, mentre solitamente chiunque, in qualche modo, torna sui suoi passi quando commette un errore, chi cade si rialza, chi si sveglia dal proprio torpore si rende conto e torna indietro … Ma non era così per il popolo di Gerusalemme, per questa nazione ostinata che si era allontanata da Dio e, soprattutto, che persisteva nella malafede, nel peccato, rifiutando di convertirsi!
Ecco la loro colpa più grave: l’ostinazione, era questo atteggiamento che produceva il drammatico e irreparabile danno, che li aveva portati perfino al disprezzo per tutta la loro storia, per il passato, per gli antenati … Era il loro rifiuto di ravvedersi, di convertirsi, di tornare sui propri passi, di vergognarsi del proprio peccato e abbandonarlo a scatenare l’ira di Dio!
Senza ravvedimento non c’è perdono! Perché Dio ci accolga nella Sua misericordia bisogna smettere di rifiutare di convertirsi, infatti è l’ostinazione nel peccato che attira il giudizio di Dio in tutta la sua drammaticità!
Signore, ti prego, proteggi il mio cuore dall’ostinazione, dal dominio del peccato, dal rifiuto del pentimento…