Geremia 6:26-30
“Non c’è nulla da salvare in un popolo compatto ed ostinato nel peccato …”
“[26] Figlia del mio popolo, vèstiti di sacco, ròtolati nella cenere, prendi il lutto come per un figlio unico, fa’ udire un amaro lamento, perché il devastatore ci piomba addosso improvviso. [27] «Io ti avevo messo fra il mio popolo come un saggiatore di metalli, perché tu conoscessi e saggiassi la loro via. [28] Essi sono tutti ribelli incalliti, seminano calunnie; sono bronzo e ferro, tutti corrotti. [29] Il mantice soffia con forza, il piombo è consumato dal fuoco; invano si cerca di raffinare, perché le scorie non si staccano. [30] Saranno chiamati: argento di rifiuto, perché il Signore li ha rigettati».”.
Anche in questa ultima parte del capitolo il profeta riporta esclamazioni, affermazioni e immagini che sottolineano la grave condizione del popolo di Giuda che era ora sotto il giudizio di Dio … Una condizione dovuta alla propria ostinazione nel peccare, nel voler stare lontano da Dio, nella tradire il Suo patto e la Sua legge …
Questa volta l’immagine che il Signore usa, e che Geremia descrive, riguarda il paragone con i metalli conosciuti e lavorati a quel tempo, in particolare alla possibilità di affinarli …
Lo scopo dell’uso di questa illustrazione era descrivere ancora una volta la condizione senza speranza del popolo a causa del giudizio che si stava riversando su loro, quindi la irrecuperabilità in cui Giuda versava per la sua ribellione a Dio …
Le parole di Geremia sono ormai un invito a vivere il lutto, con le pratiche consuete a quel tempo … “vèstiti di sacco, ròtolati nella cenere, prendi il lutto come per un figlio unico, fa’ udire un amaro lamento, perché il devastatore ci piomba addosso improvviso.”!
Il dado è tratto, non hai voluto ascoltare nessuno dei miei inviti al pentimento, a ravvederti, ti sei ostinato ed è giunto il tempo del lutto … il peggiore, come se avessi perso un figlio unico … perché quello che ti avevo promesso, avviene! (26)
Forse riferendosi a Geremia stesso, il Signore inscena un dialogo nel quale afferma: Avrei voluto altro per te, avrei sperato di farti agire come: “un saggiatore di metalli, perché tu conoscessi e saggiassi la loro via”! Avrei voluto che i peccatori ostinato fossero solo pochi, la minoranza, per poter così purificare il mio popolo da quelli e preservare il resto come un metallo puro … (27)
Invece: “Essi sono tutti ribelli incalliti, seminano calunnie; sono bronzo e ferro, tutti corrotti.”! Sono tutti ribelli incalliti … (28)
Non c’è possibilità di purificare, infatti le scorie non si staccano, non c’è una parte buona da salvaguardare e ricavare, è tutto da buttare, sono “argento di rifiuto” inutile, da eliminare!
Perciò il giudizio è inevitabile: “Saranno chiamati: argento di rifiuto, perché il Signore li ha rigettati». (29-30)
Il quadro è drammatico, ma non devo dimenticare ciò che lo precede …
Dio non aveva perso il controllo, non stava dando libero sfogo alla Sua ira con cattiveria … Aveva dimostrato una misericordia incredibile che noi umani non avremmo usato contro il traditore … Ha continuato a lungo a chiamare al ravvedimento il popolo, esortandolo a tornare sui propri passi, ad evitare il giudizio … ma nessuno ha voluto farlo, restando compatti come popolo nel male, ostinati nel loro peccato, cadendo sempre più in basso …
Signore, aiutami a non abusare della Tua pazienza, metti una guardia davanti al mio cuore, davanti ai miei pensieri, soccorrimi nella mia miseria, sostienimi nel mio desiderio di amarti e servirTi …