[27/12/2024, 10:34] Sergio D’Ascenzo: Geremia 8:15-18
“Dove trovare conforto nel mio dolore? Il cuore mi langue in petto …”
“[15] Noi aspettavamo la pace, ma nessun bene giunge; aspettavamo un tempo di guarigione ed ecco il terrore! [16] Si ode da Dan lo sbuffare dei suoi cavalli; al rumore del nitrito dei suoi destrieri trema tutto il paese; poiché vengono, divorano il paese e tutto ciò che contiene, la città e i suoi abitanti. [17] «Infatti, ecco, io mando contro di voi dei serpenti, delle vipere, contro cui non c’è incantesimo che valga; vi morderanno», dice il Signore. [18] Dove trovare conforto nel mio dolore? Il cuore mi langue in petto.”.
Certamente Geremia non è uno sterile osservatore delle sofferenze del popolo, anzi di sente coinvolto … perciò continua con espressioni nelle quali si identifica con Giuda, con la popolazione, con gli abitanti di Gerusalemme … così inscena con le sue parole le loro lamentele, le loro reazioni nell’osservare il giudizio di Dio che si stava realizzando davanti ai loro occhi.
La loro ostinazione nel peccato, la manifestazione senza freni della loro malvagità, l’essersi allontanati da Dio, l’aver tradito il patto con Lui, il loro vivere ignorando completamente i principi e le norme della Legge di Dio data a Mosè, che li distingueva dagli altri popoli, il loro ascolto dei falsi profeti quando esprimevano oracoli o profezie piacevoli a sentirsi, ma non la verità … il loro aver accettato la mancanza della guida da parte dei sacerdoti … Nonostante tutto questo c’era un atteggiamento illusorio, sciocco, da parte del popolo e che Geremia esprime con queste parole di apparente meraviglia: “Noi aspettavamo la pace, ma nessun bene giunge; aspettavamo un tempo di guarigione ed ecco il terrore!”.
Chiaramente sono espressioni ironiche … in fondo Geremia prende in giro questo atteggiamento, queste loro lamentele … Ma come fanno a lamentarsi, come viene loro in mente di meravigliarsi del giudizio di Dio che si manifesta, nonostante tutte le volte in cui il Signore ha voluto chiamarli al ravvedimento, anche attraverso Geremia stesso, nonostante tutte le volte in cui li ha rimproverati ed ha fatto loro notare le colpe ed il peccato, la loro ostinazione?! … Ma essi hanno insistito, anzi hanno fatto peggio ancora … e ora si lamentano aspettando pace? Quale pace? Da chi?(15)
Non solo li aspettava l’invasione del popolo straniero voluto da Dio per il giudizio del Suo popolo, che viene descritto con caratteristiche tipiche dei combattimenti del tempo, quindi lo “sbuffare dei cavalli” e la forza dei loro destrieri che fa tremare il paese … un’invasione che avrebbe distrutto tutto e divorato il paese …
Ma Dio stesso entra in scena nel giudizio, aggiungendo all’invasione anche il Suo intervento diretto. Lo fa in questo caso citando l’invio di serpenti velenosi, ma con la precisazione che – a differenza di quello che la memoria storica di Israele ricordava e cioè l’episodio al tempo di Mosè di morsi di serpenti velenosi nel quale ci fu l’invito a rivolgere la propria fede, il proprio desiderio di aiuto, di salvezza da Dio verso il serpente di rame fatto da Mosè e che era simbolo della elevazione di Gesù sulla croce, come oggetto della fede per ricevere Salvezza – in questo caso, nel giudizio dichiarato da Dio attraverso Geremia attraverso il morso dei serpenti, non c’era appello, non c’era possibilità di trovare liberazione dagli effetti del loro morso velenoso … (27)
Così questa parte del brano si conclude con l’ennesima espressione di Geremia che si identifica con il popolo e chiede, sconsolato, dove potrà mai trovare conforto nel suo dolore, davanti a tanta sofferenza per il giusto giudizio di Dio … La risposta ovviamente è negativa: No, non c’è nessun posto dove trovare conforto!
Così il suo cuore, identificato con il popolo, non può che languere nel suo petto vedendo tanta sofferenza che Giuda si è causato da solo, a causa del suo allontanamento da Dio e della sua ostinazione nel peccato … (18).
No, non c’è un posto dove poter fuggire al giudizio di Dio … Perciò, fra le righe, non posso che leggere un forte invito a stare attaccato al Signore, amarLo, onorarLo e vivere secondo la Sua volontà!