Geremia 6:6-10

“Lontano da Dio ci si dimostra, o si diventa, ciechi e sordi, manifestando il peggio di noi …”

“[6] Infatti così parla il Signore degli eserciti: «Abbattete i suoi alberi ed elevate un bastione contro Gerusalemme; quella è la città che deve essere punita: dappertutto, in mezzo a lei, non c’è che oppressione. [7] Come un pozzo fa scaturire le sue acque, così essa fa scaturire la sua malvagità; in lei non si sente parlare che di violenza e di rovina; davanti a me stanno continuamente sofferenze e piaghe. [8] Correggiti, Gerusalemme, affinché io non mi allontani da te e non faccia di te un deserto, una terra disabitata!» [9] Così parla il Signore degli eserciti: «Il resto d’Israele sarà completamente racimolato come una vigna; ripassa con la mano, come fa il vendemmiatore sui tralci. [10] A chi parlerò, chi prenderò come testimone perché mi ascolti? Ecco, il loro orecchio è incirconciso, essi sono incapaci di prestare attenzione; ecco, la parola del Signore è diventata per loro un obbrobrio, non vi trovano più nessun piacere.”.

Riflettendoci, leggendo e rileggendo, la descrizione che Dio fa qui del popolo di Giuda che sta giudicando, attraverso Geremia, da un punto di vista sostanziale, spirituale, è veramente terribile …
Il popolo di Dio, quello che aveva avuto il privilegio, l’onore e la possibilità di ricevere la Legge attraverso Mosè … Una Legge speciale per indirizzare il suo pensiero, il suo cuore, i suoi atteggiamenti, le sue azioni nel rispetto del loro Dio, il Creatore, il Redentore che l’aveva salvato dalla lunga schiavitù in Egitto, che aveva provveduto ad ogni suo bisogno, che l’aveva protetto da guerre contro nemici altrimenti impossibili, che gli aveva dato una terra …

Ebbene, ora è descritto qui come un popolo non solo il riconoscente, ma che manifesta il peggio del peggio …

Dio, che qui è chiamato il “Signore degli eserciti” nel suo ruolo di giudice, parla come se stesse guidando con la Sua mano i babilonesi, il popolo aggressore che doveva punire il popolo di Giuda! Dio dà indicazioni su come distruggere, abbattere ogni albero, come innalzare bastioni contro Gerusalemme … una città che stava per essere punita perché, girando, guardando per le strade il quadro che si osserva è terribile: in lei non c’è altro che oppressione!
È terribile! Dio le ha insegnato nella Sua Legge a rispettare soprattutto i deboli: la vedova, l’orfano, lo straniero … ma la capitale mostra nient’altro che oppressione! È veramente assurdo! Lei fa scaturire la sua malvagità (6) con la stessa naturalezza con cui una fontana sgorga le sue acque … veramente un quadro drammatico! (7)

Nella capitale di Giuda, nel cuore pulsante della nazione “popolo eletto” di Dio a quel tempo, dove nel passato si cercava la presenza di Dio, si portavano sacrifici per il proprio peccato e per adorare il solo vero Dio nel Suo tempio … ora non si sente che parlare di violenze, di rovina davanti all’occhio di Dio, non si vedono che sofferenze e piaghe rivolte verso le persone più deboli … Davvero terribile (8).

Ma, ancora una volta, c’è la manifestazione della misericordia di Dio … mentre annuncia il giudizio, c’è un invito al pentimento, a ravvedersi: Correggiti! Cambia atteggiamento, inverti la direzione, ravvediti: “affinché io non mi allontani da te e non faccia di te un deserto, una terra disabitata!”

Anche nel momento peggiore della sua ira, Dio mostra la Sua irriducibile misericordia e torna ciclicamente, pazientemente, ad invitare al ravvedimento, continua a dare opportunità …

Il v. 9 lo trovo difficile da inquadrare, forse per un problema di traduzione … Difficile capire se, fra le righe, si tratti di una promessa di Dio a recuperare alla fine del giudizio ciò che resta di Israele, o se è anch’essa un’espressione ella Sua giusta ira, che affermi cioè che nulla scamperà … (9)

Ma questa doppia possibilità interpretativa non cambia la sostanza del testo, infatti a seguire Dio, attraverso Geremia, torna ad affermare che la situazione nel popolo è così drammatica, dal punto di vista spirituale, che non ha senso neppure continuare a parlare, a rivolgersi al popolo, ad invitarlo al pentimento … perché non ha senso parlare, come si dice, a delle ‘orecchie sorde’, a chi non vuole ascoltare!
Quello di Giuda è infatti un orecchio che si sta dimostrando incredulo l, quindi “incirconciso”, incapace di cogliere l’importanza della Parola del Signore, di capirne la portata, di rispettarla per quello che è!
Si erano così tanto allontanati dal Signore che quella Parola che amavano e desideravano ascoltare, che li guidava, che li proteggeva, che era il loro riferimento, che li rendeva prestigiosi spiritualmente, come popolo della Legge davanti a tutte le altre nazioni, per loro è diventata un “obbrobrio”, una vergogna, un fastidio!

Erano talmente lontani da Dio da considerare assurda ed inaccettabile la Sua Parola … Non provavano in Essa più alcun piacere (10)

Davvero un quadro che lascia senza fiato …

E, ancora una volta, piuttosto che assumere l’atteggiamento del facile giudice, del criticone, di chi si scaglia contro questo atteggiamento di Israele sentendosi migliore … preferisco riflettere seriamente su me stesso e chiedermi cosa succede quando assumo un atteggiamento di mancanza di rispetto nei confronti di Dio nella mia condotta, atteggiamento che dimostra le condizioni del mio cuore, che dimostra la mia propensione per il peccato … Quindi, piuttosto che criticare, voglio farne un monito importante per me, ricordandomi che quando pretendo di vivere lontano da Dio, quando faccio in modo che la Sua Parola non sia la luce sui miei passi, che illumina il mio sentiero … la mia vita finisce allo sbando, perde la sua ragione di essere, perde la saggezza che viene dall’Alto, perde prospettiva e non solo si attira il giudizio di Dio, ma perde ogni proprio piacere nel vivere secondo la Sua volontà, perde ogni desiderio di aspettare con gioia Il ritorno del mio Redentore!

Grazie, Signore, per questa ennesima lezione …

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Chiesa Evangelica Isola

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