[02/01, 08:22] Sergio D’Ascenzo: Geremia 10:1-5
“Non imparate a camminare nella via delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo …”
“[1] Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa d’Israele! [2] Così parla il Signore: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. [3] Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia, [4] lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e martelli perché non si muova. [5] Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di fare del bene».”.
Anche esprimendo chiaramente il Suo giudizio Dio, attraverso Geremia, continua a richiamare a ravvedimento chi volesse pentirsi nel popolo … (1)
Anche se ciò che li aspetta è distruzione, desolazione ed esilio, coloro che saranno scampati per la misericordia di Dio non sono però abbandonati del tutto. Lo dimostra il fatto che anche in quella condizione il Signore da loro indicazioni su come andare avanti, come non perdersi diluiti, assorbiti fra i popoli, fino a scomparire … “Così parla il Signore: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. Infatti i costumi dei popoli sono vanità …”! (2-3).
Il modo in cui Dio spiega attraverso Geremia la follia dei popoli pagani è molto concreta, tangibile, usa immagini estremamente chiare …
Sono così assurde le loro tradizioni, consuetudini, religiosità, il loro pretendere di vivere ignorando il Creatore che, nel loro paganesimo ottuso, neppure si rendono conto della loro stoltezza inaudita …
” …poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia, lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e martelli perché non si muova. Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare.”!
Ecco i loro dèi! Muti, ciechi, sordi, immobili come cocomeri, inutili, impotenti … frutto della loro fantasia!
Ecco a che punto può arrivare la loro, ma anche la nostra, follia quando si pretende di prescindere dal nostro Creatore e Signore!
Così Dio rassicura quello che sarà il residuo del Suo popolo nella deportazione, nell’esilio … perfino nel giudizio li incoraggia a tornare a confidare in Lui, a non temere quegli assurdi dèi …”Non li temete! perché non possono fare nessun male e non è in loro potere di fare del bene”!.
Qualunque cosa, chiunque eleviamo nella nostra follia all’altezza di Dio o comunque lo mettiamo prima di Lui, rappresenta la nostra stoltezza, perché niente e nessuno può sostituirsi a Dio, niente e nessuno può fare ciò che Dio ha fatto e continua a fare per i Suoi … Dio ci ha creato e Si cura di noi, Egli ci ha soccorso e guidato fin qui … Nessun altro!
Tornando al popolo, Geremia sembra dire a quelli che avrebbero composto di lì a breve il residuo scampato del popolo: Non abbiate paura non sentitevi persi, tornate a confidare in Dio, il solo Signore, che vi assicura la Sua misericordia, il Suo soccorso … Non temete quello che vi diranno, minacciando le ritorsioni dei loro dèi, perché sono ciechi, sordi, muti, impotenti … non possono farvi nulla!
Dobbiamo esercitare la nostra fede, alimentarla, non darla per scontata … Il nostro cuore è pieno di ciò di cui lo nutriamo … Alimentiamo i nostri pensieri – come raccomandò Paolo ai cristiani di Filippi – con cose buone, utili, onorevoli, giuste, di buona fama, virtuose, lodevoli … Dissetiamo la nostra anima con l’acqua viva della Sua Parola… Esercitiamo la nostra fede in un dialogo costante con Dio … e non temeremo gli dèi, falsi, né gli uomini che li adorano, che si consacrano a loro nel loro folle ateismo, assicurandosi illusioni e il giudizio di Dio!