[05/05, 09:45] Sergio D’Ascenzo: Geremia 48:27-37
“Dio c’è sempre e comunque, ci piaccia o meno, è testimone di ogni momento della nostra esistenza …”
“[27] Israele non è forse stato per te un oggetto di scherno? Era forse stato trovato fra i ladri, che ogni volta che parli di lui tu scuoti il capo? [28] Abbandonate le città e andate a sistemarvi nelle rocce, o abitanti di Moab! Siate come le colombe che fanno il loro nido sull’orlo dei precipizi. [29] Noi abbiamo udito l’orgoglio di Moab, l’orgogliosissimo popolo, la sua arroganza, la sua superbia, la sua fierezza, l’alterigia del suo cuore. [30] Io conosco la sua tracotanza», dice il Signore; «le sue vanterie non hanno approdato a nulla di stabile. [31] Perciò io alzo un lamento su Moab, io prorompo in grida per tutto Moab; perciò si geme per quelli di Chir-Eres. [32] O vigna di Sibma, io piango per te più ancora che per Iazer; i tuoi rami andavano oltre il mare, arrivavano fino al mare di Iazer; il devastatore è piombato sui tuoi frutti d’estate e sulla tua vendemmia. [33] La gioia e l’esultanza sono scomparse dalla fertile campagna e dal paese di Moab. Io ho fatto mancare il vino nei tini, non si pigia più l’uva con grida di gioia; il grido che si ode non è più il grido di gioia. [34] Gli alti lamenti di Chesbon giungono fino a Eleale; si fanno udire fin verso Iaas, da Soar fino a Coronaim, e fino a Eglat-Selisia; perfino le acque di Nimrim sono prosciugate. [35] Io farò venir meno in Moab», dice il Signore, «chi sale sull’alto luogo e chi offre profumi ai suoi dèi. [36] Perciò il mio cuore geme per Moab come gemono i flauti, il mio cuore geme come gemono i flauti per quelli di Chir-Eres, perché tutto quello che avevano ammassato è perduto. [37] Infatti tutte le teste sono rasate, tutte le barbe sono tagliate, su tutte le mani ci sono incisioni, e sacchi sui fianchi.”.
La descrizione che Dio fa attraverso Geremia del Suo giudizio su Moab è davvero particolare, affronta i vari aspetti caratteristici del loro territorio e anche dei loro atteggiamenti tipici come popolo …
Magari ci aiuta a capire il pensare alle nostre schematizzazioni degli atteggiamenti … I romani sono sempre … Ecco un tipico atteggiamento fiorentino … Sei proprio un siciliano, a tutti gli effetti … Sei testardo come un abruzzese …
Ancora di più, mi colpisce come le parole del Signore dimostrino che Dio guarda e ascolta ogni cosa, Egli è testimone di ogni momento della nostra vita, ma anche della nostra giornata … Dio era testimone dell’arroganza, dell’altezzosità di Moab che disprezzava Giuda … (27)
“… l’orgoglio di Moab, l’orgogliosissimo popolo, la sua arroganza, la sua superbia, la sua fierezza, l’alterigia del suo cuore. Io conosco la sua tracotanza, dice il Signore, le sue vanterie …”! (29-30)
A Dio non sfugge proprio nulla, devo e dobbiamo abituarci a tener presente che Egli c’è, è con noi, sia quando ci fa piacere che quando non vorremmo affatto, perché ci vergogniamo che Egli sia testimone dei nostri pensieri e di certe nostre azioni …
E poi, notare i dettagli descritti dal Signore stesso, sui quali interviene col Suo giudizio, fa riflettere su come ci conosce davvero profondamente, nel bene e nel male …
Il vanto di Moab nella produzione del vino, il piacere, le feste, non ci sarebbero stati più grida di gioia … Tutto i beni ammassati e su cui evidentemente riponevano la loro fiducia, tutto era ormai andato perduto …
Soprattutto, il giudizio del Signore si scaglia contro la loro idolatria, contro tutte le attività legate al culto dei falsi dèi … Non sarebbero serviti a nulla i loro sacrifici, le loro penitenze, le auto-flagellazioni per attirare l’attenzione di dèi che non potevano rispondere, né tantomeno soccorrerli …
Dio c’è sempre e comunque, ci piaccia o meno, è testimone di ogni momento della nostra esistenza … anche quando disprezziamo qualcuno, magari facciamo sarcasmo senza preoccuparci di quali effetti possiamo produrre, vede i nostri sentimenti, se ci sentiamo migliori e superiori di altri, se giudichiamo e anche se invidiamo o siamo ingiustamente gelosi … Dio c’è, vede, ascolta, giudica, perdona se ci ravvediamo, ma punisce se ci ostiniamo nel nostro peccato …