[29/12/2024, 08:47] Sergio D’Ascenzo: Geremia 9:3-8
“Lo Spirito di Dio, con pazienza e misericordia, mostri il male che è in me perché io possa abbandonarlo e onorarLo, anche nel segreto del mio cuore …”
“[3] «Tendono la lingua, che è il loro arco, per scoccare menzogne; sono diventati potenti nel paese, ma non per agire con fedeltà, poiché passano di malvagità in malvagità e non conoscono me», dice il Signore. [4] «Si guardi ciascuno dal suo amico, nessuno si fidi del suo fratello; poiché ogni fratello non fa che ingannare, ogni amico va spargendo calunnie. [5] L’uno inganna l’altro, non dice la verità; esercitano la loro lingua a mentire, si affannano a fare il male. [6] La tua abitazione è in mezzo alla malafede; per malafede costoro rifiutano di conoscermi», dice il Signore. [7] Perciò, così parla il Signore degli eserciti: «Ecco, io li fonderò nel crogiuolo per saggiarli; poiché che altro dovrei fare per la figlia del mio popolo? [8] La loro lingua è una freccia micidiale, essa non parla che in malafede; con la bocca ognuno parla di pace al suo prossimo, ma nel cuore gli tende insidie.”.
In questa parte del libro di Geremia, che continua a parlare delle scelte scellerate di ribellione di Giuda contro Dio e dei loro peccati, sembra quasi di trovarsi nella lettera di Giacomo, permcome anch’essa da tanta importanza ai danni fatti con la lingua, con le parole …
Anche in Giuda la nefasta regola, nella stragrande maggioranza del popolo, era l’uso delle parole come arco e frecce, per: “scoccare menzogne”!
Avere successo nella vita, diventare potenti, crescere, non portava le persone ad: “agire con fedeltà”, anzi “passano di malvagità in malvagità” e non cercano affatto la relazione con Me! (3)
Questa malvagità diffusa, questo vivere di menzogne ed inganni è la ragione per la quale Dio li invita, attraverso Geremia, in modo ironico e drammatico, a non fidarsi di nessuno, visto che lo ‘sport’ più diffuso fra loro era la calunnia, il parlar male degli altri e alle spalle! (4) Non si dice la verità, non si fa che ingannarsi a vicenda, ci si impegna al massimo, ma per fare il male! (5)
Davvero un popolo alla sbando, alla deriva nel peccato! Vivevano di malafede, tenendosi lontani da Dio … (6) perciò, inevitabilmente, si attiravano il giudizio del Signore …
Così, ancora una volta, Dio annuncia il Suo giudizio … (7): “Ecco, io li fonderò nel crogiuolo per saggiarli; poiché che altro dovrei fare per la figlia del mio popolo?”. La figlia del mio popolo è un altro modo per riferirsi al popolo stesso …
E, se mai ci fossero ancora dei dubbi, ne spiega ancora le ragioni: “La loro lingua è una freccia micidiale, essa non parla che in malafede; con la bocca ognuno parla di pace al suo prossimo, ma nel cuore gli tende insidie.”! (8)
Mentre riflettevo e leggevo le ragioni di Dio per essere arrivato al giudizio contro il popolo amato, ripercorrendo la condizione della maggioranza della gente che da timorata di Dio era passata a vivere regolarmente nel peccato nella menzogna, nell’inganno reciproco … inevitabilmente ho dovuto pensare alla chiesa, nel suo senso più ampio, a gente che magari ha fatto un’esperienza spirituale o emotiva con Dio a suo tempo e poi si è inserita in un contesto comunitario, nel quale ha imparato un linguaggio diverso, meno sboccato, dei riti, delle abitudini … Ma nel tempo è tornata a manifestare ciò che era, ha ricominciato a tollerare il peccato nella propria vita, ha considerato prima ammissibili e poi necessarie le menzogne, ha smesso, o non ha mai cominciato ad aprirsi con il resto di quella che chiamava famiglia spirituale, per non scoprirsi, per tenere ben nascosto il proprio peccato, vivendo in modo ambiguo e ingannando gli altri, oltre che se stesso … Ha cominciato o ripreso a calunniare, a sparlare degli altri alle spalle, insinuando radici velenose …
Ecco, come possiamo non attirarci il giudizio di Dio, se questa è la nostra vera e magari ben nascosta condizione!
Lungi da me l’idea di giudicare o sentirmi migliore, anzi voglio imparare la lezione e curare il mio rapporto col Signore, nutrire la mia anima con la Sua Parola, cercare continuamente la Sua faccia, guardarLo negli occhi, cercare un sincero confronto con Dio, con Papà, perché lo Spirito di Dio, con pazienza e misericordia, mostri il male che è in me perché io possa abbandonarlo e onorarLo, anche nel segreto del mio cuore …