“Immagina di tornare a casa dopo un tempo infinito nel quale sei dovuto restare lontano e vedere come Dio ricostruisce e sistema le cose davanti a te …”

“[1] «Questi sono i nomi delle tribù. Partendo dall’estremità settentrionale, lungo la via di Chetlon per andare a Camat, fino ad Asar-Enon, frontiera di Damasco a settentrione verso Camat, avranno questo: dal confine orientale al confine occidentale, Dan, una parte. [2] Sulla frontiera di Dan, dal confine orientale al confine occidentale: Ascer, una parte. [3] Sulla frontiera di Ascer, dal confine orientale al confine occidentale: Neftali, una parte. [4] Sulla frontiera di Neftali, dal confine orientale al confine occidentale: Manasse, una parte. [5] Sulla frontiera di Manasse, dal confine orientale al confine occidentale: Efraim, una parte. [6] Sulla frontiera di Efraim, dal confine orientale al confine occidentale: Ruben, una parte. [7] Sulla frontiera di Ruben, dal confine orientale al confine occidentale: Giuda, una parte. [8] Sulla frontiera di Giuda, dal confine orientale al confine occidentale, sarà la parte che preleverete di venticinquemila cubiti di larghezza, e lunga come una delle altre parti dal confine orientale al confine occidentale; là in mezzo sarà il santuario. [9] La parte che preleverete per il Signore avrà venticinquemila cubiti di lunghezza e diecimila di larghezza. [10] Questa parte santa prelevata apparterrà ai sacerdoti: venticinquemila cubiti di lunghezza al settentrione, diecimila di larghezza all’occidente, diecimila di larghezza all’oriente e venticinquemila di lunghezza al mezzogiorno; il santuario del Signore sarà là in mezzo. [11] Essa apparterrà ai sacerdoti consacrati tra i figli di Sadoc che hanno fatto il mio servizio e non si sono sviati quando i figli d’Israele si sviavano, come si sviavano i Leviti. [12] Essa apparterrà loro come parte prelevata dalla parte del paese che sarà stata prelevata: una cosa santissima, verso la frontiera dei Leviti. [13] I Leviti avranno, parallelamente alla frontiera dei sacerdoti, una lunghezza di venticinquemila cubiti e una larghezza di diecimila; tutta la lunghezza sarà di venticinquemila e la larghezza di diecimila. [14] Essi non potranno venderne nulla; questa primizia del paese non potrà essere né scambiata né alienata, perché è cosa consacrata al Signore. [15] I cinquemila cubiti che rimarranno di larghezza sui venticinquemila, formeranno un’area non consacrata destinata alla città, per le abitazioni e per il territorio circostante; la città sarà in mezzo, [16] ed eccone le dimensioni: dal lato settentrionale, quattromilacinquecento cubiti; dal lato meridionale, quattromilacinquecento; dal lato orientale, quattromilacinquecento; dal lato occidentale, quattromilacinquecento cubiti.

Davanti a questa parte dell’ultimo capitolo del libro di Ezechiele, apparentemente senza significato per noi oggi, ho provato a chiedermi la ragione per la quale il Signore volle rivelare queste parole al profeta perché le annunciasse al residuo del Suo popolo, al quale stava mostrando ancora una volta la Sua misericordia, decidendo di perdonarlo e promettendo di riportarlo in patria, di restaurarlo nella terra promessa che aveva donato ai loro padri …

Mi sono detto che, in effetti, un popolo senza storia e senza ricordi non avrebbe potuto avere in alcun modo un tale effetto da quelle parole …

In effetti, sentendo l’annuncio di quella nuova, anzi ripetuta ripartizione del territorio della terra promessa, fu per loro un lungo salto all’indietro nella storia … significava tornare a ciò che l’ultima parte del libro dei Numeri narra al capitolo 34, quando Mosè descrisse pezzo per pezzo, tribù per tribù, il modo perfettamente equo con cui Dio stava dividendo fra loro … una terra che non meritavano affatto, ma che pure Egli donava, come aveva promesso nel Suo Patto con i patriarchi Abraamo, Isacco e Giacobbe …

Come in un meraviglioso dejavu, una ripetizione di qualcosa di già avvenuto, non oso immaginare la gioia, la trepidazione, l’emozione con la quale quei superstiti ascoltavano quelle parole di Dio da parte di Ezechiele …
Non si trattava un diritto finalmente riconosciuto, non finalmente giustizia è stata fatta, non finalmente la vendetta sui propri nemici … ma sentivano le espressioni di una incredibile misericordia da parte di Dio, espressa verso un popolo ribelle, che giustamente aveva subito la distruzione e l’esilio … ma che ora si stava sentendo immeritatamente accolto dal solo vero Dio, il Signore, il Re dei re …

Dopo il tempo del giudizio e della sofferenza, stavano sentendo le parole di Dio che, come al tempo di Mosè, Ezechiele affermava dichiarando, pezzo per pezzo e tribù per tribù, la ri-assegnazione del territorio perso da tanto tempo!

Ancora una volta quella che si stava per realizzare era la divisione equa e giusta voluta da Dio …
Anche in questa ripartizione, c’era la centralità del tempio, della presenza di Dio nel popolo, il luogo del culto al solo vero Dio, Colui che non era disposto a dividere la Sua gloria con i falsi dèi delle nazioni, quelle che Dio aveva cacciato e distrutto davanti a loro …
Ancora una volta al popolo era concesso di tornare alla ragione della propria esistenza: adorare e servire il solo vero Dio, annunciarLo al mondo intero e mostrare nella loro vita, come singoli e come popolo, gli effetti della Sua presenza e della Sua guida!

Ancora una volta i sacerdoti e i Leviti, quelli che erano rimasti fedeli al Signore, non dovevano preoccuparsi del loro sostentamento, perché Dio avrebbe provveduto per loro attraverso il popolo che essi servivano e rappresentavano nel culto a Dio …

Immagina di tornare a casa dopo un tempo infinito nel quale sei dovuto restare lontano e vedere come Dio ricostruisce e sistema le cose davanti a te, come ri-sistema anche la tua vita, con infinita misericordia …
Immagina, gioisci, ringrazia, riprendi coraggio e adoraLo …

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Chiesa Evangelica Isola

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