“Un nuova fase promessa al popolo, ma tutto per tornare a rendere il culto al solo vero Dio …”
Per ragioni di spazio, trascrivo alcuni dei versi di questi due capitoli.
Finalmente ci sarebbe stato di nuovo il culto a Dio nel tempio, dopo il rientro in patria …
“[1] «Così parla il Signore, Dio: “La porta del cortile interno, che guarda verso oriente, resterà chiusa durante i sei giorni di lavoro, ma sarà aperta il giorno di sabato; sarà pure aperta il giorno del novilunio. [2] Il principe entrerà per la via del vestibolo della porta esterna e si fermerà presso lo stipite della porta; i sacerdoti offriranno il suo olocausto e i suoi sacrifici di riconoscenza. Egli si prostrerà sulla soglia della porta, poi uscirà; ma la porta non sarà chiusa fino alla sera. [3] Anche il popolo del paese si prostrerà davanti al Signore, all’ingresso di quella porta, nei giorni di sabato e nei noviluni.
Il culto al Signore, il bisogno del ravvedimento e del perdono, l’adorazione a Colui che ci dona la vita e la rinnova ogni mattina … NON è un evento eccezionale, ma una devozione spirituale quotidiana … come la vita che egli ci affida in modo che possiamo viverla per la Sua gloria!
[13] Tu offrirai ogni giorno, come olocausto al Signore, un agnello di un anno, senza difetto; lo offrirai ogni mattina. [14] Vi aggiungerai ogni mattina, come offerta, la sesta parte di un efa e la terza parte di un hin d’olio per intridere il fior di farina: è un’offerta al Signore, da offrirsi del continuo per prescrizione perenne. [15] Si offriranno l’agnello, l’offerta e l’olio ogni mattina, come l’olocausto continuo”.
Il principe regnante, sotto il controllo diretto di Dio, doveva tornare a servire il popolo e non sfruttarlo … L’eredità di ogni singola parte del territorio distribuita equamente fra le tribù erano un dono di Dio intoccabile, anche per il principe …
[18] Il principe non prenderà nulla dall’eredità del popolo, spogliandolo dei suoi possessi; quello che darà come eredità ai suoi figli, lo prenderà da ciò che possiede, affinché nessuno del mio popolo sia scacciato dal suo possesso”.
Ogni dettaglio dell’antico culto a Dio e dei sacrifici prescritti sarebbero ripresi … non oso immaginare l’emozione dei sopravvissuti del popolo esiliato ascoltando tutti questi dettagli sulla restaurazione del culto previsto dalla Legge data a Mosè ….
[24] Egli mi disse: «Queste sono le cucine dove quelli che fanno il servizio della casa faranno cuocere i sacrifici del popolo».
Nel capitolo 47, nella profezia, oltre che nella visione che Ezechiele stava ricevendo da Dio, c’era anche quella che riguardava le acque che sgorgavano da sotto al tempio … Queste simboleggiavano evidentemente l’effetto di purificazione e sanificazione che ciò che deriva dalla presenza di Dio produce ovunque arrivi …
[8] Egli mi disse: Queste acque si dirigono verso la regione orientale, scenderanno nella pianura ed entreranno nel mare; quando saranno entrate nel mare, le acque del mare saranno rese sane. [9] Avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque giungerà il torrente ingrossato, vivrà, e ci sarà grande abbondanza di pesce, poiché queste acque entreranno là; quelle del mare saranno risanate, e tutto vivrà dovunque arriverà il torrente …
E poi ancora, parole che mi ricordano il Salmo 1:
[12] Presso il torrente, sulle sue rive, da un lato e dall’altro, crescerà ogni specie di alberi fruttiferi, le cui foglie non appassiranno e il cui frutto non verrà mai meno. Ogni mese faranno frutti nuovi, perché quelle acque escono dal santuario; quel loro frutto servirà da cibo, e quelle loro foglie da medicamento.
L’ultima parte del capitolo, e prima di quello conclusivo del libro, Dio affronta la divisione del territorio che ancora una volta il residuo del Suo popolo avrebbe fatto tornando nella terra promessa ai loro padri …
Dio garantiva, come aveva fatto ai tempi di Giosuè, una ripartizione giusta ed equa … E evidente che non c’era alcun possibile spazio per l’avidità … e credo che non ci potesse essere gioia più grande per quei superstiti dell’ascoltare queste parole concrete di promessa di Dio della restaurazione del Suo popolo!
[14] Voi avrete ciascuno, tanto l’uno quanto l’altro, una parte di questo paese, che io giurai di dare ai vostri padri. Questo paese vi toccherà quindi in eredità.
La nota finale speciale, però, forse ci sorprende perché riguardava gli stranieri che vivevano in Israele, in mezzo al popolo …
Come il Signore aveva insegnato nella Legge data a Mosè, lo straniero che si era stabilito in mezzo al popolo, che ne rispettava le leggi e che viveva con loro temendo il loro Dio (proprio come aveva fatto Ruth la moabita, esercitando fede nel Dio di sua suocera), andava rispettato ed integrato pienamente nel popolo … perché quella nazione e la loro stessa cittadinanza non erano un loro diritto da ritenere avidamente o di cui vantarsi arrogantemente, sentendosi magari superiori ad altri, ma era un dono che avevano ricevuto e continuavano a ricevere per la misericordia e la fedeltà di Dio a Se stesso e al Suo piano!
[22] Ne spartirete a sorte dei lotti d’eredità fra di voi e gli stranieri che soggiorneranno in mezzo a voi, i quali avranno generato dei figli fra di voi. Questi saranno per voi come nativi tra i figli d’Israele; tireranno a sorte con voi la loro parte di eredità in mezzo alle tribù d’Israele. [23] Nella tribù nella quale lo straniero soggiorna, là gli darete la sua parte», dice il Signore, Dio.
Lezioni e principi lucidi, chiari, indiscutibili dai quali abbiamo ancora tanto da imparare nel nostro vivere nel Regno inaugurato da Cristo …