“Il Dio eterno, il Signore della misericordia, il cui buon volere non è il male o la morte, invita il peccatore al ravvedimento …”
“[1] La parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: [2] «Figlio d’uomo, parla ai figli del tuo popolo e di’ loro: “Quando io farò venire la spada contro un paese e il popolo di quel paese prenderà in mezzo a sé un uomo e se lo stabilirà come sentinella [3] ed egli, vedendo venire la spada contro il paese, suonerà il corno e avvertirà il popolo; [4] se qualcuno, pur udendo il suono del corno, non se ne cura e la spada viene e lo porta via, il sangue di quel tale sarà sopra il suo capo. [5] Egli ha udito il suono del corno e non se n’è curato; il suo sangue sarà sopra di lui; se se ne fosse curato, avrebbe scampato la sua vita. [6] Ma se la sentinella vede venire la spada e non suona il corno, e il popolo non è stato avvertito, e la spada viene e porta via qualcuno di loro, questo sarà portato via per la propria iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla sentinella”. [7] Ora, figlio d’uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d’Israele; quando dunque udrai qualche parola della mia bocca, avvertili da parte mia. [8] Quando avrò detto all’empio: “Empio, per certo tu morirai!” e tu non avrai parlato per avvertire l’empio che si allontani dalla sua via, quell’empio morirà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. [9] Ma se tu avverti l’empio che si allontani dalla sua via e quello non se ne allontana, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso. [10] Tu, figlio d’uomo, di’ alla casa d’Israele: “Voi dite così: ‘Le nostre trasgressioni e i nostri peccati sono su di noi, e a motivo di essi noi languiamo: come potremmo vivere?’”. [11] Di’ loro: “Com’è vero che io vivo” dice il Signore, Dio, “io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie! Perché morireste, o casa d’Israele?”.
Ecco un altro dei brani più conosciuti del libro di Ezechiele … l’allegoria sulla sentinella.
Dio usa l’immagine della sentinella per rivelare di nuovo ad Ezechiele la Sua parola rivolta al popolo d’Israele. Usa questo linguaggio proprio perché il Signore, come lo sarà Gesù un giorno, è sommo Maestro nella comunicazione e nell’insegnamento. Egli mostra la logica della “sentinella”, cioè spiega concetti scontati richiamando il popolo all’attenzione, dimostrando quanto saggio e logico sia l’atteggiamento di un popolo che si trovi sotto attacco ma che abbia avuto l’intelligenza di adottare un sistema di sorveglianza quindi delle sentinelle che lo avvisino prontamente in caso di attacco nemico.
Questo strategia consente al popolo di prepararsi ed essere pronto a reagire e, comunque, a fare le scelte migliori preservando il popolo stesso o quantomeno limitando i danni derivanti dall’attacco.
Dimostrata la logica ovvia di questa allegoria, di questa similitudine, il Signore la applica al profeta e al suo popolo dichiarando che Ezechiele era la sentinella che in quel tempo Dio aveva stabilito per avvisare il Suo popolo di ciò che stava per accadere … Però precisa che questo accadeva non perché fosse giunto semplicemente il tempo per Dio di sfogare la propria ira … Anzi, nonostante il loro peccato, era ancora una volta il tempo dell’invito al ravvedimento, a pentirsi del proprio peccato, ad abbandonare la propria scellerata condotta e tornare al Signore.
Così, l’ultimo aspetto che Dio dichiara questa volta nella Sua rivelazione a Ezechiele riguarda il ruolo e la responsabilità che aveva come profeta: egli doveva prontamente e puntualmente annunciare al popolo la parola ricevuta da Dio, perché il popolo avesse ancora una volta l’opportunità di pentirsi, di ravvedersi.
Ovviamente le reazioni possibili erano due: di ascoltarlo e quindi ravvedersi, pentirsi del proprio peccato tornando al Signore, oppure di rifiutare la parola di avvertimento e di minaccia da parte del profeta, restando ostinati e ribelli al Signore, subendo così il Suo giusto giudizio.
In tal caso, avendo compiuto il suo dovere Ezechiele non aveva più alcuna responsabilità di ciò che il popolo avrebbe subito … e questo aspetto è estremamente importante, perché resta il fatto che la condanna che il popolo avrebbe subito era legata alla loro colpa, della quale il profeta non aveva alcuna responsabilità …
Invece, tale responsabilità l’aveva il profeta qualora non avesse puntualmente presentato la parola di Dio di avvertimento e minaccia al popolo, consentendogli di ravvedersi e pentirsi.
Cosa imparo? Tantissimo, ovviamente … ma soprattutto imparo che ognuno subisce il giudizio di Dio per le proprie colpe, per la propria ribellione, per la propria stoltezza e la propria ostinazione nel peccato!
Nessun cristiano deve macchiarsi della colpa di aver mancato di svolgere la propria missione di annuncio della Parola del Signore, una parola di ravvedimento, di invito al pentimento e di incoraggiamento a tornare al Signore!
L’ultimo aspetto che mi impressiona è la precisazione teologica di Ezechiele sul carattere di Dio …
Infatti, alla fine di questo brano notiamo come egli sottolinei e riporti le parole del Signore che dichiara il fatto che, nella Sua volontà primaria, in quel suo buon volere, quel buon progetto realizzato dal Signore con la creazione e nel quale come creature umane abbiamo rovinato tutto, non era contemplato il desiderio di Dio di fare del male alle Sue creature e al Suo popolo, cioè di giudicarli e condannarli a morte.
Semmai ce ne fosse bisogno, Dio afferma che il male è la conseguenza della scelta libera e scellerata compiuta dai nostri progenitori e le conseguenze del nostro giudizio restano nostra responsabilità a causa della reiterata ribellione da parte nostra, come creature contro il nostro Creatore.
La volontà primaria di Dio è ancora che la Sua creatura si ravveda e goda delle Sue benedizioni paterne, del suo favore per l’eternità … ma resta il fatto che il giusto giudizio di Dio cade su tutti coloro che rifiutano, che si assumono la piena responsabilità della loro condanna, proprio per questa ostinazione nel peccato contro Dio, contro la Sua Legge, rifiutando il Suo Amore e la Sua misericordia.
Voglio tenere ben presente questa mia responsabilità di sentinella, per annunciare con fedeltà e puntualità l’invito del Signore a pentirsi del proprio peccato e ravvedersi nella propria vita, per tornare a temerLo amarLo e servirLo, perché il nostro futuro e quello di coloro che ci danno ascolto sia la beatitudine eterna e non la condanna inesorabile di Dio per il nostro ostinato peccato!