[18/05, 07:47] Sergio D’Ascenzo: Geremia 51:36-45
“O popolo mio, uscite di mezzo a lei (da Babilonia), salvi ciascuno la sua vita davanti all’ardente ira del Signore …”
“[36] Perciò così parla il Signore: «Ecco, io difenderò la tua causa e farò la tua vendetta! Io prosciugherò il suo mare, disseccherò la sua sorgente. [37] Babilonia diventerà un mucchio di macerie, un covo di sciacalli, un oggetto di stupore e di scherno, un luogo senza abitanti. [38] Essi ruggiranno assieme come leoni, grideranno come piccoli di leonesse. [39] Quando saranno riscaldati, darò loro da bere, li ubriacherò perché stiano allegri e poi si addormentino di un sonno perenne e non si risveglino più», dice il Signore. [40] «Io li farò scendere al macello come agnelli, come montoni, come capri. [41] Come mai è stata presa Sesac ed è stata conquistata colei che era il vanto di tutta la terra? Come mai Babilonia è diventata una desolazione fra le nazioni? [42] Il mare è salito su Babilonia; essa è stata coperta dal tumulto dei suoi flutti. [43] Le sue città sono diventate una desolazione, una terra arida, un deserto, un paese dove non abita più nessuno, per dove non passa più nessun figlio d’uomo. [44] Io punirò Bel a Babilonia, gli trarrò di gola ciò che ha trangugiato; le nazioni non affluiranno più a lui; perfino le mura di Babilonia sono cadute. [45] O popolo mio, uscite di mezzo a lei, salvi ciascuno la sua vita davanti all’ardente ira del Signore!”.
In questa parte della profezia contro Babilonia, Dio Si rivolge attraverso Geremia ai Suoi, al Suo popolo, a quel residuo che, seppure viveva il tempo della punizione di Dio, del Suo giudizio che aveva portato alla distruzione del loro paese ed alla deportazione di una parte del popolo … era lo stesso residuo che era sopravvissuto ed al quale (nel cap. 29) Dio aveva raccomandato di vivere al meglio il tempo del loro esilio, rispettando le Sue leggi, vivendo secondo i Suoi principi, temendoLo e quindi testimoniando con la vita quotidiana la loro fede nel solo vero Dio!
A quel residuo, ai sopravvissuti, a coloro che aveva incoraggiato a vivere appieno, pur in terra straniera … Dio promette anche il riscatto, giustizia, la distruzione dei loro nemici, il giudizio su coloro che li avevano deportati …
Dio annuncia che li avrebbe vendicati, che avrebbe fatto giustizia davvero, la Sua giustizia …
Dio promise ai Suoi che avrebbe ridotto la grande Babilonia in un cumulo di macerie … La gloriosa e potente nazione che li aveva schiacciati senza tregua sarebbe stata sterminata …
Dio stesso le avrebbe strappato di gola ciò che aveva divorato!
È la descrizione di un giudizio terribile che dimostra come Dio fosse presente, come avesse assistito alla ferocia, alla malvagità, all’arroganza di un popolo che era stato chiamato da Dio ad applicare il Suo giudizio, quindi come uno strumento del cielo … Eppure …
Dio aveva visto tutto, ogni pensiero del cuore, ogni atteggiamento di orgoglio, di disprezzo, di malvagità e quindi li avrebbe presto giudicati con la stessa severità che avevano mostrato applicando il giudizio di Dio che aveva distrutto Giuda!
Questa parte del brano, nella cronologia della profezia, è l’inizio della fine dell’esilio …
“O popolo mio, uscite di mezzo a lei (da Babilonia), salvi ciascuno la sua vita davanti all’ardente ira del Signore.”!
Allontanatevi da loro, da Babilonia! … proprio come fu chiamato a fare Lot dalle città di Sodoma e Gomorra, per non restare coinvolti nella distruzione che Dio stava mandando …