[15/05, 09:58] Sergio D’Ascenzo: Geremia 51:1-10

Ho dovuto riflettere seriamente sulla pericolosa tendenza umana che vorrebbe distinguere le proprie responsabilità dal fatto che il peccato è innanzitutto una colpa verso Dio!

“[1] Così parla il Signore: «Ecco, io faccio levare contro Babilonia e contro gli abitanti di questo paese, che è il cuore dei miei nemici, un vento distruttore; [2] mando contro Babilonia degli stranieri che la ventileranno e vuoteranno il suo paese, poiché, nel giorno della calamità, piomberanno su di lei da tutte le parti. [3] Tenda l’arciere il suo arco contro chi tende l’arco e contro chi si erge fieramente nella sua corazza! Non risparmiate i suoi giovani, votate allo sterminio tutto il suo esercito! [4] Cadano uccisi nel paese dei Caldei, crivellati di ferite per le vie di Babilonia! [5] Infatti Israele e Giuda non sono abbandonati dal loro Dio, il Signore degli eserciti; il paese dei Caldei è pieno di colpe contro il Santo d’Israele». [6] Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita, guardate di non perire per l’iniquità di lei! Poiché questo è il tempo della vendetta del Signore; egli le dà la sua retribuzione. [7] Babilonia era nelle mani del Signore una coppa d’oro, che ubriacava tutta la terra; le nazioni hanno bevuto il suo vino, perciò le nazioni sono divenute deliranti. [8] All’improvviso Babilonia è caduta, è frantumata. Alzate su di lei alti lamenti, prendete del balsamo per il suo dolore; forse guarirà! [9] «Noi abbiamo voluto guarire Babilonia, ma essa non è guarita; abbandonatela e andiamocene ognuno al nostro paese, poiché la sua punizione arriva fino al cielo, s’innalza fino alle nuvole. [10] Il Signore ha fatto emergere i nostri diritti; venite, raccontiamo in Sion l’opera del Signore nostro Dio».

La parte del giudizio contro Babilonia, fra le varie profezie scritte da Geremia contro le nazioni pagane intorno a Israele, credo sia la più ampia, almeno fino a questo momento … Cioè è quella a cui è dedicato più spazio …
Credo sia comprensibile almeno una ragione: in effetti si tratta della nazione che Dio aveva usato più di tutte per infliggere il Suo giudizio! Babilonia, quindi il re Nabucodonosor e tutto il popolo caldeo, erano stati a lungo lo strumento per infliggere il giudizio di Dio contro Giuda, oltre che contro tutte le nazioni intorno … Ma ora era giunto il momento del suo vaglio, del suo giudizio, per questo credo che la descrizione di come questo si sarebbe realizzato sia piuttosto ampia e particolareggiata …
Evidentemente, l’arroganza di Babilonia nel potere che aveva avuto e ampiamente manifestato e che Dio gli aveva concesso, aveva inorgoglito, aveva resa presuntuosa quella nazione, che era perciò stata oltremodo malvagia e violenta, tanto che Dio si identifica nel Suo popolo e considera la malvagità e peccaminosità di Babilonia come commessa contro di Lui … Infatti Geremia al v. 5 descrive la situazione dalla prospettiva di Dio: “il paese dei Caldei è pieno di colpe contro il Santo d’Israele …”!
Ho dovuto riflettere seriamente sulla pericolosa tendenza umana che vorrebbe distinguere le proprie responsabilità dal fatto che il peccato è innanzitutto una colpa verso Dio!
Non è che Dio sia permaloso e perciò prende ingiustamente il nostro peccato sul piano personale … perché il peccato è essenzialmente un atteggiamento di contrapposizione, ribellione, offesa, disprezzo verso il Dio tre volte Santo che ci ha dato la Sua Legge e i parametri della Sua Santità e Giustizia per vivere sottomessi ad essi … Perciò il peccato, qualunque esso sia, è innanzitutto verso Dio, poi riguarda gli altri coinvolti!

Eppure, nello stesso verso, Geremia ricorda la misericordia di Dio verso il residuo del Suo popolo … “Infatti Israele e Giuda non sono abbandonati dal loro Dio, il Signore degli eserciti …”!

Nel resto del brano si descrivono i vari aspetti del giudizio di Dio ed un invito ad allontanarsi dalle terribili vicende che avrebbero colpito l’orgogliosa ed arrogante Babilonia …
“Poiché questo è il tempo della vendetta del Signore; egli le dà la sua retribuzione.”!

Geremia ne parla già al passato, dando il giudizio come certo e descrivendo perfino l’atteggiamento di tutti coloro, babilonesi o stranieri residenti, che avrebbero tentato di fare qualcosa per salvare la nazione caldea, ma inutilmente … perciò l’avrebbero abbandonata a se stessa … (8-9)

L’ultimo verso di questo brano credo riveli, fra le righe, il messaggio di speranza che Dio da al residuo del Suo popolo che, dopo 70 anni dalla deportazione, sarebbe tornato in patria … Una parola di consolazione e promessa che il profeta mette in bocca a persone che, tornando nella terra promessa, raccontavano l’opera che Dio stava compiendo contro Babilonia …(10)

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