[19/04, 09:27] Sergio D’Ascenzo: Geremia 40:7-12

“Imparare ad aspettare i tempi del Signore, i Suoi modi, osservare le nostre circostanze e riconoscerle comunque sottomesse al Suo Regno, al Suo disegno, alla Sua volontà …”

“[7] Quando tutti i capi degli uomini armati, che erano per le campagne, ebbero saputo, essi e i loro uomini, che il re di Babilonia aveva stabilito Ghedalia, figlio di Aicam, sul paese, e che gli aveva affidato gli uomini, le donne, i bambini e quelli tra i poveri del paese che non erano stati deportati a Babilonia, [8] si recarono da Ghedalia a Mispa: erano Ismael, figlio di Netania, Iocanan e Gionatan, figli di Carea, Seraia, figlio di Tanumet, i figli di Efai di Netofa, e Iezania, figlio del Maacatita: essi e i loro uomini. [9] Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, giurò loro e alla loro gente, dicendo: «Non temete di servire i Caldei; abitate nel paese, servite il re di Babilonia e tutto andrà bene per voi. [10] Quanto a me, ecco, io risiederò a Mispa per tenermi agli ordini dei Caldei che verranno da noi; voi raccogliete il vino, la frutta d’estate e l’olio, metteteli nei vostri vasi e abitate nelle città di cui avete preso possesso». [11] Anche tutti i Giudei che erano in Moab, fra gli Ammoniti, nel paese di Edom e in tutti i paesi, quando udirono che il re di Babilonia aveva lasciato un residuo in Giuda e che aveva stabilito su di loro Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, [12] se ne tornarono da tutti i luoghi dov’erano stati dispersi e si recarono nel paese di Giuda, da Ghedalia, a Mispa; raccolsero vino e frutta d’estate in grande abbondanza.”

Gerusalemme era stata conquistata, il re Sedechia – che ostinatamente non aveva voluto ascoltare Geremia e la parola del Signore – dopo aver visto morire i suoi figli ed essere stato accecato, insieme ai notabili e a gran parte del popolo furono deportati a Babilonia …
Ghedalia fu lasciato come governatore vassallo in Giuda e si stabilì nella cittadina di Mispa, a circa 12 km a nord di Gerusalemme.
Come avevamo visto, la ‘periferia’ delle nazioni soggette ad invasione straniera non veniva solitamente distrutta, perchè l’attività bellica veniva concentrata sulla capitale, che rappresentava la nazione … Inoltre, proprio per questa ragione, era la capitale solitamente la più fortificata.

Mispa, però, era una cittadina piena di significati storici per Israele … Fra le varie citazioni bibliche, in Genesi leggiamo che era il luogo di accordo tra Labano suocero e suo genero Giacobbe, ma anche il luogo in cui fu scelto il primo re d’Israele; fu il posto dove Samuele aveva riunito il popolo dopo aver riavuto l’Arca del Patto dai Filistei, per offrire un sacrificio a Dio di richiesta di perdono … Mispa era anche vicina alla stele di Eben Ezer (“Fin qui l’Eterno ci ha soccorso”).

Era quindi un luogo storicamente simbolo, con una storia molto ricca e, strategicamente, si trovava a pochi chilometri da Gerusalemme, o quel che ne rimaneva come capitale …

Fu lì a Mispa che Ghedalia fissó la sua dimora come governatore e dove si raccolsero man mano tutti quelli che erano dispersi in Giuda …

Dopo che i caldei erano andati via, infatti, si sentirono liberi di tornare a riunirsi e andarono da Ghedalia, dal quale ricevettero un grande incoraggiamento ad essere sottomessi ai caldei, come Geremia aveva raccomandato a lungo da parte del Signore, per vivere questo tempo del giudizio di Dio nella serenità, aspettando la Sua liberazione …

Anche tutti i giudei che si erano dati alla fuga all’estero, quando erano arrivati i caldei (per esempio molti erano fuggiti presso gli ammoniti, un popolo vicino) … tutti tornarono, quando seppero che i caldei andando via avevano incaricato Ghedalia a governare Giuda e lo raggiunsero a Mispa …
Certo, vedremo in seguito, come nazione conquistata non necessariamente aveva raggiunto la pace definitiva, era una fase ancora abbastanza delicata e tumultuosa …

Era comunque il momento in cui fermarsi e imparare un’altra importante lezione dalla storia: prendere dalle mani del Signore la possibilità che era loro concessa, cioè poter vivere nella loro terra …

Era un’opportunità riservata alla parte più povera del popolo, una benedizione per godere semplicemente del frutto del proprio lavoro, tornare all’essenziale, aspettando il Signore …

Ecco, questo senso dell’aspettare il Signore sembra una lezione importante da cogliere anche per me … aspettare i Suoi tempi, i Suoi modi, osservare le nostre circostanze e riconoscerle comunque sottomesse al Suo regno, al Dio disegno, alla Sua volontà …

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