[18/04, 10:00] Sergio D’Ascenzo: Geremia 40:1-6
“Dio agisce ed entra fin nel dettaglio per il bene dei Suoi, resta fedele per sempre …”
“[1] Ecco la parola che fu rivolta dal Signore a Geremia, dopo che Nebuzaradan, capo delle guardie, lo ebbe rimandato libero da Rama. Quando questi lo fece prendere, Geremia era incatenato in mezzo a tutti quelli di Gerusalemme e di Giuda, che dovevano essere deportati a Babilonia. [2] Il capo delle guardie prese dunque Geremia e gli disse: «Il Signore, il tuo Dio, aveva pronunciato questo male contro questo luogo; [3] il Signore l’ha fatto venire e ha fatto come aveva detto, perché voi avete peccato contro il Signore e non avete dato ascolto alla sua voce; perciò questo vi è avvenuto. [4] Ora ecco, io ti sciolgo oggi dalle catene che hai alle mani; se ti fa piacere venire con me a Babilonia, vieni, e io avrò cura di te; ma se non gradisci venire con me a Babilonia, rimani qui. Ecco, tutto il paese ti sta davanti; va’ dove ti piacerà e ti converrà andare». [5] Poiché Geremia non si decideva ad andare con lui, l’altro aggiunse: «Torna da Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, che il re di Babilonia ha stabilito sulle città di Giuda, e abita con lui in mezzo al popolo; oppure va’ dovunque ti piacerà». Il capo delle guardie gli diede delle provviste e un regalo, e lo accomiatò. [6] Geremia andò da Ghedalia, figlio di Aicam, a Mispa, e abitò con lui in mezzo al popolo che era rimasto nel paese.
Il testo di oggi spiega più in dettaglio quello che avvenne a Geremia alla fine dell’assedio, appena conquistata Gerusalemme, quando gli fu ridata la libertà …
Il generale di Nabucodonosor, che era stato incaricato di occuparsi in particolare di Geremia, un ‘dettaglio’ che evidentemente il re dei caldei considerava importante, aveva provveduto a far liberare il profeta …
Nel racconto notiamo che Geremia, in una situazione estremamente sommaria e drammatica, quella che si verificava quando c’era in corso la conquista di un paese, quando cadeva la capitale e si preparava la deportazione della popolazione … Geremia, come tutti gli altri, era stato incatenato e preparato per essere portato a Babilonia …
Ma il generale di Nabucodonosor lo cerca, lo individua, lo raggiunge e lo fa subito liberare …
È molto interessante che venga riportato quello che in generale dice a Geremia … Immagino che le voci correvano, le cose si sapevano, lemaoie lavoravano … Infatti, è evidente che il generale sapeva esattamente quello che Geremia aveva profetizzato, durante tutto il tempo che aveva preceduto la conquista caldea, al popolo e al re di Giuda e anche che non era stato ascoltato …
Il generale sapeva che quello che loro erano riusciti a fare e alla conquista di Gerusalemme era ciò che Dio, il Dio di Geremia, aveva stabilito … sapeva che la caduta di Gerusalemme, la Sua conquista e la deportazione del popolo di Giuda, erano stati decretati dal loro Dio a causa del loro peccato!
Fa riflettere questa cosa su come l’agire di Dio, in realtà, non riguarda soltanto gli eventi in senso generale, ma il Signore entra nell’intimo, nel cuore delle persone coinvolte … come avviene anche nel nostro! Dio conosce il cuore, ne giudica i pensieri ed è un esso che muove le motivazioni, quando vuole …
Il generale offrelì a Geremia la possibilità di andare con lui da uomo libero, a Babilonia … Egli stesso si sarebbe occupato del bene del profeta e lo avrebbe trattato bene, come un ospite di riguardo … si sarebbe preso cura di lui…
Ma, allo stesso tempo, come Nabucodonosor che aveva comandato, gli offrí la possibilità di restare, sempre da uomo libero, a Giuda …
Così fu, Geremia non decise di seguire il generale e i privilegi che lo avrebbero atteso a Babilonia, ma volle restare lì, in Giuda, insieme con Ghedalia … colui che il re babilonese, e conquistatore, aveva designato per mantenere l’ordine delle città di Giuda, della nazione sottoposta almdominio caldeo …
Questo ci fa anche capire come la conquista di una nazione passava soprattutto attraverso l’assedio la conquista e la distruzione della capitale che resisteva, in genere anche la meglio difesa … Invece, in genere non veniva fatta un’opera di distruzione capillare in tutto il paese, infatti le restanti città di Giuda erano quelle che avrebbero accolto la popolazione residua e, in particolare, i poveri che Nabucodonosor aveva deciso di lasciare in patria, ai quali aveva dato vigne e campi per poter continuare a vivere nella loro nazione.
Geremia si recò perciò da Ghedalia, il governatore di Giuda vassallo e quindi sottomesso ai caldei, incaricato di amministrare la nazione …
Geremia sapeva che il suo lavoro non era finito, non si va in pensione col Signore … sapeva bene che doveva continuare a servire il Signore fin quando Egli avesse voluto, finché avesse ricevuto la forza per farlo … dallo stesso Signore che lo aveva preservato dalla morte, che era stato con lui quando si trovò sprofondato nel fango della cisterna, vedendo la morte in faccia …
Geremia continuò ad essere profeta in mezzo al suo popolo, perché tutti avevano ed hanno bisogno della parola del Signore … non solo i re e i ricchi, quelli che tra l’altro non avevano voluto ascoltare le sue parole … ma anche i poveri, quelli che erano stati risparmiati dal Signore, che erano stati lasciati nella loro nazione!
In particolare a loro era destinato ora il suo servizio … Meraviglioso come Dio agisce ed entra fin nel dettaglio per il bene dei Suoi e resta fedele per sempre!