[12/04, 10:46] Sergio D’Ascenzo: Geremia 37:11-21

“se uno soffre come cristiano non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio …”

“[11] Quando l’esercito dei Caldei si fu ritirato davanti a Gerusalemme a causa dell’esercito del faraone, [12] Geremia uscì da Gerusalemme per andare nel paese di Beniamino e ricevervi la sua porzione in mezzo al popolo. [13] Ma quando fu alla porta di Beniamino, c’era là un capitano della guardia di nome Ireia, figlio di Selemia, figlio di Anania, il quale arrestò il profeta Geremia, dicendo: «Tu vai ad arrenderti ai Caldei». [14] Geremia rispose: «È falso! Io non vado ad arrendermi ai Caldei», ma l’altro non gli diede ascolto; arrestò Geremia e lo condusse dai capi. [15] I capi si adirarono contro Geremia, lo percossero e lo misero in prigione nella casa di Gionatan, il segretario; perché di quella avevano fatto un carcere. [16] Quando Geremia fu entrato nella prigione sotterranea fra le segrete e vi fu rimasto molti giorni, [17] il re Sedechia lo mandò a prendere, lo interrogò in casa sua, di nascosto, e gli disse: «C’è qualche parola da parte del Signore?» Geremia rispose: «Sì, c’è»; e aggiunse: «Tu sarai dato in mano al re di Babilonia». [18] Geremia disse inoltre al re Sedechia: «Che male ho commesso contro di te o contro i tuoi servitori o contro questo popolo, perché mi abbiate messo in prigione? [19] Dove sono ora i vostri profeti che vi profetizzavano, dicendo: “Il re di Babilonia non verrà contro di voi né contro questo paese”? [20] Ora ascolta, ti prego, o re, mio signore! La mia supplica giunga ben accolta in tua presenza; non farmi tornare nella casa di Gionatan lo scriba, altrimenti vi morirò». [21] Allora il re Sedechia ordinò che Geremia fosse custodito nel cortile della prigione e gli fosse dato tutti i giorni un pane dalla via dei fornai, finché tutto il pane della città fosse consumato. Così Geremia rimase nel cortile della prigione.

Va detto che è possibile che il cap. 36 sia una parentesi di Geremia su ciò che era avvenuto prima dellinizio del suo stato agli arresti ‘domiciliari’, per spiegare il Suo stato in seguito … ma non cambierebbe la sostanza delle profezie che Egli aveva annunciato …

Così, dopo quella che ho definito la profezia “della disillusione”, con quale il Signore dichiarava attraverso Geremia al re Sedechia che i caldei, i quali si erano ritirati per occuparsi degli egiziani, non avevano affatto rinunciato alla conquista del regno di Giuda, anzi … ma sarebbero tornati più convinti e combattivi che mai …

C’è la parentesi del contatto del profeta col re, dopo che i soldati lo avevano arrestato …

Geremia racconta che quando i caldei si erano allontanati togliendo l’assedio a Gerusalemme, per occuparsi degli egiziani, egli ne aveva approfittato per andare nel territorio di Beniamino per ritirare i beni che gli erano assegnati come profeta (la Legge prevedeva per i leviti che si occupavano dei servizi al tempio, al culto, così come i sacerdoti che non avevano proprietà, che fossero sostenuti con i proventi dalle offerte del popolo, evidentemente il provvedimento riguardava anche i profeti). (11-12)
Ma una pattuglia, ad una delle porte della città, fermarono il profeta in uscita accusandolo ingiustamente di voler andare ad arrendersi ai Caldei e lo imprigionarono! (13-14)
A nulla valsero i tentativi di spiegazione di Geremia … Non solo fu arrestato, ma quando fu portato davanti ai capi del popolo questi, con un giudizio sommario ed ingiusto, prima di buttarlo in cella lo fecero picchiare! (15)

Rimase a lungo in prigione finché il re Sedechia lo mandò a prendere … (16)

Il re incontrò Geremia di nascosto … Si era creato un clima di ribellione contro Dio tale che voler ascoltare il profeta sembrava essere un segno di debolezza … Questo nasceva probabilmente dal fatto che Geremia aveva profetizzato da parte del Signore, incoraggiando il popolo che quando sarebbe stato esiliato a Babilonia dovevano vivere lì nel timore del Signore, accettando la sottomissione ai babilonesi e cercando il bene della città del loro esilio, aspettando la liberazione da parte di Dio … Così il re, cosciente che Geremia era un profeta di Dio fedele, gli chiese di nascosto se Dio gli avesse parlato, se ci fosse una parola da parte del Signore che faceva evidentemente finta di temere …

Geremia confermò: «Sì, c’è» e, aggiunse: «Tu sarai dato in mano al re di Babilonia»! (17)

Geremia si lamentò col re per il suo ingiusto arresto e maltrattamenti … Inoltre, ora che il proposito babilonese era chiaro, il profeta chiese al re dove fossero finiti tutti i falsi profeti che avevano profetizzato cose belle e piacevoli, parole e prosperità per Giuda … Infine, chiese di non essere rimandato nella prigione dov’era stato a lungo, temendo di morirvi … (18-20)

Così il re, davanti alla fedeltà di Geremia che gli era costata tanta sofferenza, le percosse e la prigionia, davanti all’evidenza della falsità dei profeti accondiscendenti … fece portare Geremia nel cortile della prigione, quindi in una sorta di semilibertà, assicurandogli il pane quotidiano, finché le scorte della città ne avessero avuto … (21) Una sorte ben diversa toccava ai prigionieri in tempi di penuria per un assedio o carestia …

Per quanto Geremia soffrì servendo fedelmente il Signore, il suo Dio mai sì dimenticò di lui, sostenendolo nella prigionia più dura, preservando la sua vita e poi inducendo il re a mettere fine a quelle cattiverie ingiuste e trattarlo decentemente …

Certo, Geremia restava un personaggio scomodo, continuava a dichiarare la parola di Dio nonostante fosse brutta da sentire ed in apparenza contro gli ‘interessi nazionali’ … Ma restava fedele nonostante le persecuzioni …

La condizione di Geremia mi ricorda con forza le parole di Pietro ai suoi fratelli nella persecuzione:
(1 Pietro 4:16) “ma se uno soffre come cristiano non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome”!

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Chiesa Evangelica Isola

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