[01/04, 09:59] Sergio D’Ascenzo: Geremia 33:19-26
“Io farò tornare i loro esuli e avrò pietà di loro …”
“[19] La parola del Signore fu rivolta a Geremia in questi termini: [20] «Così parla il Signore: “Se voi potete annullare il mio patto con il giorno e il mio patto con la notte, in maniera che il giorno e la notte non vengano al tempo loro, [21] allora si potrà anche annullare il mio patto con Davide mio servitore, in modo che egli non abbia più figlio che regni sul suo trono, e con i sacerdoti levitici miei ministri. [22] Come non si può contare l’esercito del cielo né misurare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza di Davide, mio servitore, e i Leviti che fanno il servizio in mio onore”». [23] La parola del Signore fu rivolta a Geremia in questi termini: [24] «Non hai posto mente alle parole di questo popolo quando va dicendo: “Le due famiglie che il Signore aveva scelte, le ha rigettate”? Così disprezzano il mio popolo, che agli occhi loro non è più una nazione. [25] Così parla il Signore: “Se io non ho stabilito il mio patto con il giorno e con la notte, e se non ho fissato le leggi del cielo e della terra, [26] allora rigetterò anche la progenie di Giacobbe e di Davide mio servitore, e non prenderò più dai suoi discendenti coloro che governeranno la discendenza di Abraamo, d’Isacco e di Giacobbe! Poiché io farò tornare i loro esuli e avrò pietà di loro”».
Continuando ad affermare il tempo della speranza, del dopo giudizio, della misericordia di Dio verso il residuo fedele, quelli che avrebbero vissuto il tempo dell’esilio accettandolo dalla mano del Signore, cercando “il bene della città” nella quale si trovavano, aspettando i Suoi tempi … Geremia usa delle immagini forti per rafforzare il senso assolutamente certo della promessa del Signore …
Potete forse annullare il ciclo fisso e continuo del giorno e della notte che io ho stabilito? No … e, allo stesso modo, nessuno potrà annullare o impedire le mie promesse sulla discendenza eterna di Davide! (19-21)
Non potrete mai riuscire a contare le stelle del firmamento, né misurare la sabbia del mare …e neppure potrete contare la discendenza che darò a Davide! (22)
La gente osa mettersi a giudicare ciò che sto facendo … Dimenticando le proprie responsabilità, vedendo gli effetti del mio giudizio, osano sentenziare che io avrei abbandonato il mio popolo, che le due famiglie di Israele e Giuda (Giacobbe e Davide) sarebbero spacciate, che ormai non esistono più, che il mio popolo sarebbe annullato … (23-25)
Lo ribadisco, mai potrete cambiare il ciclo del giorno e della notte che io ho fissato, allo stesso modo non potrete cambiare le mie promesse, nulla potrà annullare la mia fedeltà al patto con i miei eletti, né potrete annullare la mia promessa di una discendenza eterna per coloro con i quali ho stabilito la promessa!
In quel momento, la promessa ovviamente guardava alla fine dei settant’anni, alla fine dell’esilio… (26) “Poiché io farò tornare i loro esuli e avrò pietà di loro”.
Ma, senza dubbio, la portata “senza fine” della discendenza di Davide ci rimanda al Messia, alla dimensione eterna di quella progenie che avrebbe schiacciato un giorno il capo del serpente antico e che Dio promise quando maledisse Satana e cacciò i nostri progenitori dall’Eden …
Ogni affermazione eterna nelle profezie rimandano evidentemente al Regno che il Messia avrebbe inaugurato con la Sua venuta e che vediamo realizzata nei Vangeli … Si tratta di quel Regno che vedremo manifestato appieno e glorioso alla fine dei tempi, quando tutti i discendenti della fede di Abramo, il vero Israele di Dio, cioè i nati di nuovo grazie al sangue innocente del Messia, salvati grazie ai Suoi meriti, saranno raccolti da ogni angolo del mondo in un solo popolo, per godere l’eternità con il nostro amato Signore!