[02/02, 07:28] Sergio D’Ascenzo: Geremia 17:9-10
“Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno …”
“[9] Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? [10] «Io, il Signore, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni».
Geremia aveva affermato, da parte del Signore, la grande contrapposizione che esiste da sempre fra chi vive secondo le proprie tendenza naturali, quindi contro Dio, anzi pretendendo scioccamente come creature di essere come il Creatore, pensando e vivendo nel peccato, pretendendo di poter scegliere il proprio destino, vivendo illusoriamente nella pretesa autodeterminazione …
E, dall’altra, chi vive invece riconoscendo il proprio peccato, ravvedendosi e ponendo la propria totale fiducia nel Signore …
“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo … Benedetto l’uomo che confida nel Signore …”
In pratica, credo che siamo nel bel mezzo di uno dei brani più famosi del libro di Geremia …
Il profeta definisce quindi il perché, la ragione di fondo della sua precedente affermazione e la esprime così: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?”, chi potrà mai dire fra noi creature umane cosa davvero c’è nel cuore? Come possiamo nei nostri limiti saperlo appieno? (9)
Noi non possiamo, ma Dio, il Creatore, il Signore, il solo vero Dio, può … «Io, il Signore, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni»!
Dio vede nel profondo nel nostro cuore, perciò lo dichiara: “ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno”! Ecco spiegato il perché è maledetto e senza speranza l’uomo che confida in se stesso, anziché in Dio!
Nasciamo nel peccato e dimostriamo ben presto, fin da bambini, questa tendenza naturale … Siamo figli della ribellione, discendenti di coloro che per primi pensarono di poter essere come Dio, che rovinarono la loro relazione privilegiata con Dio, portando l’intera razza umana nella ribellione e nella morte spirituale!
Perciò quello che Geremia ha scritto non è il frutto del desiderio di usare un linguaggio iperbolico, un po’ esagerato, per poter impressionare, ma è la verità sulla nostra natura che ha già fatto una brutta fine fin dall’inizio, almeno che Dio non intervenga con la Sua misericordia e ci strappi dal nostro giusto destino!
Sì, Dio che conosce profondamente il nostro cuore giudicherà le nostre azioni, ma anche le nostre vere motivazioni, i nostri pensieri!