[28/01, 08:58] Sergio D’Ascenzo: Geremia 16:8-12

“Voi avete fatto anche peggio dei vostri padri, perché ciascuno cammina seguendo la caparbietà del proprio cuore malvagio …”

“[8] Allo stesso modo non entrare in nessuna casa di convito per sederti con loro a mangiare e a bere». [9] Infatti così parla il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «Ecco, io farò cessare in questo luogo, davanti ai vostri occhi, ai giorni vostri, il grido di gioia, il grido d’esultanza, il canto dello sposo e il canto della sposa». [10] «Quando tu annuncerai a questo popolo tutte queste cose, essi ti diranno: “Perché il Signore ha pronunciato contro di noi tutta questa grande calamità? Qual è la nostra iniquità? Qual è il peccato che abbiamo commesso contro il Signore, il nostro Dio?” [11] Allora tu risponderai loro: “Perché i vostri padri mi hanno abbandonato”, dice il Signore, “sono andati dietro ad altri dèi, li hanno serviti e si sono prostrati davanti a loro, hanno abbandonato me e non hanno osservato la mia legge. [12] Voi avete fatto anche peggio dei vostri padri; perché, ecco, ciascuno cammina seguendo la caparbietà del suo cuore malvagio, per non dare ascolto a me.”.

Così come Geremia non doveva prendere moglie, né avere figli, in quel paese ormai sottoposto al giudizio di Dio … allo stesso modo non doveva accettare di essere coinvolto con il popolo in un atteggiamento che cercasse di far finta di niente, quello stesso atteggiamento che li aveva portati ad accettare la falsa parola dei falsi profeti, i quali li rassicuravano su ciò che non sarebbe successo, cioè l’annunciato giudizio di Dio!

Così Geremia era chiamato a non partecipare con loro ad alcuna forma di festeggiamenti, a far finta di niente, a lasciarsi andare nel mangiare bere con loro, fare comunella senza pensare ai guai che stavano cadendo loro addosso a causa del loro peccato, della loro malvagità … (8)

Sarà infatti per l’intervento di Dio che in Giuda in Gerusalemme cesserà ogni gioia, ogni esultanza, qualsiasi festeggiamento matrimoniale … tutto questo sarebbe successo con ogni evidenza, davanti ai loro occhi, ogni motivo di gioia sarebbe stato annullato per l’intervento di Dio nel suo giudizio. (9)

Inoltre, il Signore preparava attraverso le Sue parole Geremia ad una reazione assurda, incredibile da parte del popolo … perché Dio sapeva perfettamente che quando il profeta avrebbe annunciato anche questi aspetti del giudizio di Dio, il popolo avrebbe scioccamente chiesto, come se nulla fosse, quali fossero mai le loro colpe, quale fosse un tale peccato che avrebbero mai commesso contro Dio per sentirsi annunciare quella grande calamità che stava per raggiungerli?! … (10)
Era un po’ come l’atteggiamento dei bambini, che dopo aver combinato qualcosa di gravissimo chiedono: “Ma perché, cos’ho fatto?!”.

Così, con pazienza e per l’ennesima volta, Geremia è chiamato da Dio a mettere davanti a gli abitanti di Giuda, alla capitale Gerusalemme, le ragioni del Suo giudizio: “Perché i vostri padri mi hanno abbandonato”, dice il Signore, “sono andati dietro ad altri dèi, li hanno serviti e si sono prostrati davanti a loro, hanno abbandonato me e non hanno osservato la mia legge.” (11)

Magari, a quel punto, qualcuno avrebbe potuto osare contestare il giudizio di Dio, affermando di non poter essere considerati colpevoli dei peccati dei loro genitori, delle scelte dei loro antenati… ma anche questa reazione al giudizio di Dio viene anticipata e il Signore, attraverso Geremia, inchioda tutte le loro scuse:
“Voi avete fatto anche peggio dei vostri padri; perché, ecco, ciascuno cammina seguendo la caparbietà del suo cuore malvagio, per non dare ascolto a me.”!

Sono senza parole, certo nell’identificarmi nell’ostinazione nel peccato e nella follia del popolo, ma anche davanti alla saggezza, la pazienza e la giustizia di Dio …

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Chiesa Evangelica Isola

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