[27/01, 10:51] Sergio D’Ascenzo: Geremia 16:1-7

“Dice il Signore: Io ho ritirato da questo popolo la mia pace, la mia bontà, la mia compassione …”

“[1] La parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: [2] «Non prendere moglie e non avere figli né figlie in questo luogo». [3] Infatti così parla il Signore riguardo ai figli e alle figlie che nascono in questo paese, alle madri che li partoriscono e ai padri che li generano in questo paese: [4] «Essi moriranno consumati dalle malattie, non saranno rimpianti e non avranno sepoltura; serviranno di letame sulla faccia della terra; saranno consumati dalla spada e dalla fame, e i loro cadaveri saranno pasto per gli uccelli del cielo e per le bestie della terra». [5] Poiché così parla il Signore: «Non entrare nella casa del lutto, non andare ad affliggerti con loro né a compiangerli, perché», dice il Signore, «io ho ritirato da questo popolo la mia pace, la mia bontà, la mia compassione. [6] Grandi e piccoli moriranno in questo paese; non avranno sepoltura, non si farà lutto per loro, nessuno si farà incisioni addosso o si raderà per loro; [7] non si spezzerà per loro il pane del lutto per consolarli di un morto, non si offrirà loro da bere la coppa della consolazione per un padre o per una madre.”.

Dopo aver rassicurato lo scoraggiato Geremia, il Signore continua ad esporre i modi in cui il Suo giudizio avrebbe raggiunto il popolo ostinato nel peccato …

Al tempo dei profeti, il loro servizio era davvero impegnativo e coinvolgeva la loro esistenza completamente. Infatti, spesso Dio usava un linguaggio figurato, simbolico, per immagini, proprio attraverso la vita dei profeti stessi, dei servi di Dio …
A volte significava sposare una prostituta, tagliare un bue in tanti pezzi e portarli in giro, fare lunghi digiuni, mentre proclamavano la Parola di Dio …
Erano modi svariati con cui Dio parlava in modo chiaro, figurato e quindi innegabile anche per l’orecchio ‘piú sordo’ …

A Geremia il Signore questa volta chiese di non prendere moglie, di rinunciare all’idea di fare famiglia e cercare di avere figli o figlie … Quindi scoraggiava il popolo sotto giudizio dal fare ciò che sarebbe stato naturale nel comporre una propria famiglia, perché la profezia o l’aspetto della profezia in questo caso riguardava proprio la famiglia (1-2).

Le ripercussioni del giudizio di Dio sarebbero state proprio sui figli e sulle famiglie stesse, con effetti devastanti con chi fosse nato in quel periodo in Giuda, infatti chi fosse cresciuto in quel periodo nel paese avrebbe vissuto sofferenze che un genitore mai vorrebbe per i propri figli (3)

Non fate figli, non partorite, rinunciate all’idea di cercare la vostra discendenza … perché farlo adesso significa intestardirsi ignorando ciò su cui Dio ci ha avvisato, cioè su quale destino aspetterebbe i vostri figli: «Essi moriranno consumati dalle malattie, non saranno rimpianti e non avranno sepoltura; serviranno di letame sulla faccia della terra; saranno consumati dalla spada e dalla fame, e i loro cadaveri saranno pasto per gli uccelli del cielo e per le bestie della terra».

Poi, rivolto a Geremia, gli ricorda di non farsi prendere dai sentimenti, dalla compassione per chi ormai è oggetto del giusto giudizio di Dio! (5)
“… non andare ad affliggerti con loro né a compiangerli, perché” dice il Signore “ho ritirato da questo popolo la mia pace, la mia bontà, la mia compassione.”!

È duro da accettare come linguaggio? Dipende … I nostri vecchi ci hanno insegnato che “Il medico pietoso non guarisce le ferite”! Chi mette compassione nella cura quando invece c’è da essere fermi, crudi, determinati … compromette il risultato!
La correzione non dimentica la compassione nel misurarla, ma guarda più lontano e soprattutto al risultato finale …

Quando è il momento di dare una punizione al bambino, se si dà più importanza al dolore della punizione, che al risultato a cui si sta mirando, si combina un disastro e non si costruisce nulla …

Il giudizio di Dio è certamente terribile, ma il peccato lo è molto di più … Sminuire la gravità del peccato è una vecchia strategia di “colui che mente dal principio” e che arrivò al punto di convincere Adamo ed Eva che voler essere “come Dio” fosse più che accettabile!
Perciò ora per Giuda non era il tempo della compassione, ma dell’ira di Dio che puniva la loro idolatria, tradimento, malvagità, violenza contro i deboliti … e chi più ne ha, più ne metta nell’elenco della loro follia peccaminosa!

È alla luce di tutto questo terribile male che va visto il giusto giudizio di Dio, che coinvolgeva anche i figli, dopo innumerevoli inviti al ravvedimento … (6-7)

Perciò, più che pensare di poter giudicare l’operato di Dio, rifletto che come genitori dobbiamo essere ben più attenti al fatto che, nel bene e nel male, facciamo scelte che comportano conseguenze sui nostri figli … Se sono buone, sarà una benedizione per loro, ma se sono esecrabili, vergognose, irresponsabili, contro Dio, porteranno conseguenze drammatiche anche su di loro!

Signore aiutami ad essere lungimirante, a pensare sempre in prospettiva, al Tuo ritorno, ma anche alle conseguenze delle mie scelte ed azioni!

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Chiesa Evangelica Isola

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