[08/01, 09:24] Sergio D’Ascenzo: Geremia 11:9-14
“Tu non pregare per questo popolo, non ti mettere a gridare né a fare suppliche per loro, perché io non li esaudirò quando grideranno a me …”
“[9] Poi il Signore mi disse: «Esiste una congiura tra gli uomini di Giuda e fra gli abitanti di Gerusalemme. [10] Sono tornati alle iniquità dei loro padri antichi, i quali rifiutarono di ascoltare le mie parole; sono andati anch’essi dietro ad altri dèi, per servirli. La casa d’Israele e la casa di Giuda hanno rotto il patto che io avevo fatto con i loro padri. [11] Perciò così parla il Signore: “Ecco, io faccio venire su di loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò. [12] Allora le città di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme andranno a gridare agli dèi a cui offrono profumi, ma essi non li salveranno nel tempo della calamità! [13] Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante sono le tue città; e quante sono le strade di Gerusalemme, tanti sono gli altari che avete eretti alla vergogna, altari per offrire profumi a Baal”. [14] Tu non pregare per questo popolo, non ti mettere a gridare né a fare suppliche per loro, perché io non li esaudirò quando grideranno a me a causa della calamità che li avrà colpiti.”.
Come aveva ricordato il Signore, attraverso Geremia (4), la grave colpa di Giuda è sintetizzata nell’accusa di aver trasgredito il patto con Dio!
In quel patto, davvero singolare, ogni ‘costo’ è pagato dalla parte superiore e ogni beneficio è goduto da quella inferiore … Perciò tradire il patto significava, nel loro caso, non solo mancare ad un impegno, ma dimostrare una vergognosa ed inaccettabile ingratitudine verso Chi ci ha dato e continua a darci tutto!
A questo punto, Dio ricorda il meschino accordo (9): “tra gli uomini di Giuda e fra gli abitanti di Gerusalemme.” … ma non un accordo per fare il bene, anzi scegliendo il peggio che mai avrebbero potuto pensare: “Sono tornati alle iniquità dei loro padri antichi, i quali rifiutarono di ascoltare le mie parole; sono andati anch’essi dietro ad altri dèi, per servirli. La casa d’Israele e la casa di Giuda hanno rotto il patto che io avevo fatto con i loro padri.”! (10)
Come giustamente scrisse qualcuno: “Chi non impara dalle lezioni della storia è condannato a ripeterne gli errori…”!
Dal disastro combinato e perpetuato da Israele nella sua storia, non aveva imparato proprio nulla!
La pazienza di Dio è infinita, ma quando finisce la situazione diventa disperata: “Ecco, io faccio venire su di loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò.”! (11)
Evidentemente, non essendo affatto pentito, né abbastanza cosciente della propria follia, davanti al giudizio di Dio anziché ravvedersi e supplicare il Suo perdono, il popolo affonderà ancora di più nel proprio peccato: “Allora le città di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme andranno a gridare agli dèi a cui offrono profumi, ma essi non li salveranno nel tempo della calamità! Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante sono le tue città e, quante sono le strade di Gerusalemme, tanti sono gli altari che avete eretti alla vergogna, altari per offrire profumi a Baal”(12-13)
La descrizione di Geremia è terrificante, perché è difficile da credere che quello che era stato il popolo eletto di Dio fosse arrivato a un tale ed assurdo livello di idolatria! Non solo perché nella disperazione la loro ultima spiaggia erano i loro idoli, anziché il solo vero Dio … ma perché l’idolatria era diffusa fra loro in modo inaudito, assurdo, con altari idolatrici in ogni strada della città!
Infatti, l’ultimo verso che cito oggi è quello in cui Dio impedisce che Geremia, colpito dalla visione della disperazione che stava osservando, fosse preso dal desiderio di intercedere come profeta, di invocare la misericordia di Dio sul popolo …
Infatti non era più il tempo della preghiera, ma del giudizio! “Tu non pregare per questo popolo, non ti mettere a gridare né a fare suppliche per loro, perché io non li esaudirò quando grideranno a me a causa della calamità che li avrà colpiti.”!
Signore, quanta follia emana dal nostro cuore corrotto, malvagio, folle … Quanto diventiamo stupidi quando ci allontaniamo da Te e cerchiamo di fare di testa nostra, di usare il nostro presunto buon senso … Finiamo per fare disastri e attirarci addosso il Tuo giudizio!
Grazie per la Tua misericordia, metti una guardia davanti al miei pensieri, perché io resti costantemente attaccato a Te, imparando le lezioni della storia …