[09/01, 09:29] Sergio D’Ascenzo: Geremia 11:15-20
“Io ero come un docile agnello che si conduce al macello …”
“[15] “Che ha da fare l’amato mio nella mia casa, quando vi si commettono molte scelleratezze? Forse che della carne consacrata allontanerà da te la calamità, perché tu possa rallegrarti?”». [16] Il Signore ti aveva chiamato Ulivo verdeggiante, adorno di bei frutti. Al rumore di un gran tumulto egli vi appicca il fuoco, e i rami ne sono danneggiati. [17] Il Signore degli eserciti che ti aveva piantato pronuncia del male contro di te, a causa della malvagità commessa a loro danno dalla casa d’Israele e dalla casa di Giuda, quando hanno provocato la mia ira offrendo profumi a Baal. [18] Il Signore me l’ha fatto sapere, e io l’ho saputo; allora tu mi hai mostrato le loro azioni. [19] Io ero come un docile agnello che si conduce al macello; io non sapevo che tramavano macchinazioni contro di me, dicendo: «Distruggiamo l’albero con il suo frutto, sterminiamolo dalla terra dei viventi, affinché il suo nome non sia più ricordato». [20] Ma, o Signore degli eserciti, giusto giudice, che scruti le reni e il cuore, io vedrò la tua vendetta su di loro, poiché a te io rimetto la mia causa.”.
Dopo aver detto a Geremia di non affannarsi a pregare in favore del popolo, perché ormai era il tempo del giudizio, Dio continua …
In altre parole, Si esprime così attraverso il profeta: Che c’entra il mio popolo amato con il mio tabernacolo, il luogo della Mia presenza, visto che perfino qui si commettono scelleratezze? Pensi che possa bastare fare dei sacrifici per lasciarti poi tranquillo nella gioia, piuttosto che subire il mio giudizio? (15)
Grazie alla benedizione, Dio ti aveva definito “Ulivo verdeggiante”, ricco, abbondante nei frutti … Ma ora ti manda la distruzione e appicca il fuoco al tuo albero … È il tempo del giudizio, della distruzione! (16)
Dio stesso, il Creatore, Colui che aveva deciso di piantarti e curarti, ha emesso la Sua sentenza contro di te: “… a causa della malvagità commessa a loro danno dalla casa d’Israele e dalla casa di Giuda, quando hanno provocato la mia ira offrendo profumi a Baal.”! (17)
Geremia dichiara di avre anch’egli l’evidenza delle azioni idolatriche e perciò folli di Israele e Giuda, tradendo Dio ed il patto con Lui … (18)
Anche se Geremia scrive sotto il regno di Giosia e quello del suo successore in Giuda, i versi successivi (19-20) mi fanno pensare fortemente anche ad un risvolto ‘messianico’, cioè affermazioni che richiamano (senza che il profeta potesse immaginare una visione così lontana) il Messia! (19)
Lo penso perché fa pensare ai diversi testi dei salmi, riportati poi nel N.T., che parlano dell’Agnello docile che va al macello … un richiamo importante al Messia che si sarebbe docilmente sottomesso al Suo terribile destino per la Salvezza dei peccatori, altrimenti destinati all’inferno!
È un riferimento che Filippo spiegò evangelizzando (Atti 8) l’eunuco che, sul carro, meditava sul libro di Isaia …
Si potrebbe citare tanti brani, come quello in cui Gesù accenna della vendetta di Dio e la distruzione futura del popolo (Luca 21:20), ma che Geremia cita anche nel nostro brano al v. 20 e per il suo tempo. Perciò è un’affermazione contemporanea a Geremia, cioè parla del giudizio che Dio stava attuando contro Giuda, ma che – come sempre – risparmiava il giusto, colui che temema il Signore (in quel caso, forse il riferimento è a Geremia stesso), ma che ci proietta anche al giudizio finale di Dio verso coloro che non Lo temono e avranno rifiutato il Suo Messia!
Signore grazie perché il Tuo giudizio non è mai sommario e preservi coloro che Ti amano, anche nella più tremenda delle situazioni …