Geremia 3:16-18
“Le profezie spesso ci portano ben oltre il loro immediato contesto storico …”.
“[16] Quando sarete moltiplicati e avrete fruttato nel paese, allora», dice il Signore, «non si dirà più: “L’arca del patto del Signore!” Non vi si penserà più, non la si menzionerà più, non la si rimpiangerà più, non se ne farà un’altra. [17] Allora Gerusalemme sarà chiamata il trono del Signore; tutte le nazioni si raduneranno a Gerusalemme nel nome del Signore e non cammineranno più secondo la caparbietà del loro cuore malvagio. [18] In quei giorni la casa di Giuda camminerà con la casa d’Israele; verranno assieme dal paese del settentrione al paese che io diedi in eredità ai vostri padri.”
Dopo aver parlato di misericordia, aver invitato al ravvedimento Israele, dopo averla presentata alla idolatra e spiritualmente adultera Giuda come esempio nel tornare sui propri passi, nel ravvedersi, riconoscendo il proprio peccato … Ci si rende conto come la letteratura profetica, e quindi i messaggi che Dio affidava ai suoi profeti, avevano spesso una portata, una prospettiva, che andava e va ben oltre l’immediato, oltre gli eventi che stavano vivendo o che Dio stava preparando nel loro futuro a breve termine …
Con sensibilità cristiana, quando si leggono certe affermazioni, subito ci si rende conto che c’è di più di quello che stava succedendo in quel contesto storico, a quel tempo … È un po’ come quando si legge Isaia 53 e si è subito spinti avanti con la mente, ad andare oltre l’immediato, capendo che non può essere tutto e solo per quel tempo … Si è spinti a pensare a quello che sarebbe accaduto diversi secoli più avanti, con l’avvento e soprattutto con il sacrificio espiatorio del Messia di Dio!
Certo, come risultato della misericordia di Dio, del pentimento e del ritorno al Signore, Israele sarebbe rifiorita: “sarete moltiplicati e avrete fruttato nel paese”! Ci saranno ancora tempi di risveglio, di pentimento e ciclico ritorno al Signore, ma davvero difficili da identificare con la descrizione di questo brano!
Perciò, continuando nelle lettura di queste espressioni profetiche, quando il Signore afferma: “allora non si dirà più: L’arca del patto del Signore! Non vi si penserà più, non la si menzionerà più, non la si rimpiangerà più, non se ne farà un’altra. Allora Gerusalemme sarà chiamata il trono del Signore; tutte le nazioni si raduneranno a Gerusalemme nel nome del Signore e non cammineranno più secondo la caparbietà del loro cuore malvagio. In quei giorni la casa di Giuda camminerà con la casa d’Israele; verranno assieme dal paese del settentrione al paese che io diedi in eredità ai vostri padri.”!
Ebbene, pensando alla storia conosciuta di Israele dopo Geremia, dopo Giosia … non riesco a vedere un tempo successivo in Israele riconoscibile in queste parole gloriose …
Perciò non posso che trovarvi una proiezione, prima messianica e poi oltre, della fine dei tempi, mi porta a pensare perfino a ciò che descrive l’Apocalisse di Giovanni … cioè quando il popolo di Dio non avrà più bisogno dell’Arca del Patto di Mosè, perché la Legge di Dio sarà incisa dal Suo Spirito nel cuore dei Suoi … (cfr. Ezechiele 11:19).
Nella Gerusalemme celeste, spirituale, non più fisica e politica, i timorati di Dio saranno riuniti in un solo popolo, perché il Signore prenderà i singoli (v. 14), uno ad uno, e riunirà quelli che Lo amano!
Essi non rimpiangeranno il passato, non si cercherà di farsi una nuova arca, la presenza di Dio non sarà in un luogo, ma ovunque, essa permerà ogni cosa! In quel contesto, allora il male sarà rimosso dal Signore e i Suoi: “non cammineranno più secondo la caparbietà del loro cuore malvagio”!
Impressionante questa prospettiva profetica sul futuro glorioso di coloro che conoscono, amano e temono Dio, questa capacità di proiettarci ben oltre quel tempo e ‘vedere’ quello che la restante parte della rivelazione di Dio ci anticipa e ci annuncia, incoraggiandovi a guardare lontano, fiduciosi in Colui che ha fatto le promesse!