Geremia 2:20-22

“Liberami, Signore, dal male che emana dal mio stesso cuore …”.

“[20] «Già da lungo tempo tu hai spezzato il tuo giogo, rotto le tue catene e hai detto: “Non voglio più servire!” Ma sopra ogni alto colle e sotto ogni albero verdeggiante ti sei buttata giù come una prostituta. [21] Eppure, io ti avevo piantata come una nobile vigna, tutta del miglior ceppo; come mai ti sei trasformata in tralci degenerati di una vigna a me non familiare? [22] Anche se ti lavassi con il nitro e usassi molto sapone, la tua iniquità lascerebbe una macchia davanti a me», dice il Signore, Dio.”

Il rimprovero di Dio attraverso Geremia si fa incalzante … Detto con altre parole, Dio afferma:
È ormai da tanto che ti sentivi prigioniera del nostro patto, del nostro legame, ti sentivi costretta e incatenata nel nostro rapporto ed hai voluto romperlo, liberarti … Ma sei finita per prostituirti senza ritegno, tradendomi con tutti gli déi possibili e immaginabili …
Hai preteso di non servirmi più, come se Dio fossi tu e non io …

Eppure non era questo il mio desiderio e il mio progetto per te, ti ho creato dal nulla, ti ho piantata da un ceppo che ho reso nobile, una vigna sana è produttiva, gloriosa … Guarda come ti sei ridotta, tralci che hanno perso la loro origine, la loro natura e purezza … Mi sei diventata estranea!

Come pensi di cavartela ora? Anche se ti lavassi col sapone più potente, la tua iniquità resterebbe inaccettabile davanti a Me, per quanto ti sforzassi, resteresti solo una grossa macchia di peccato alla mia vista santa e pura!

Dio si spende attraverso Geremia con molte immagini forti che mettono in evidenza la gravità del comportamento del popolo di Giuda, ingrato e sprofondato in una situazione drammatica, senza uscita…

Il tradimento del patto con Lui, l’arroganza di poter fare a meno di Dio, la caduta sempre più in basso nel peccato, fino alla rovina …

Però, piuttosto che mettermi nella posizione del facile giudice, verso le colpe di Giuda, ho dovuto riflettere su quanto questa tentazione umanamente ce la portiamo dentro e dobbiamo impegnarci a ricacciarla indietro stando attaccati al Signore, dando il giusto valore al nostro rapporto con Lui, senza permettere mai al nostro orgoglio di farci dimenticare che senza di Lui non viviamo, non possiamo cavarcela, né potremo assolvere alla ragione per la quale siamo stati creati, cioè la Sua gloria!

Allontanarci da Dio, vivere di testa nostra, pretendere di lasciarci andare e poi perfino giustificarci quando Dio interviene, è ridicolo e molto pericoloso…

Signore, come ci hai insegnato a pregare: “liberaci dal male”, soprattutto da quello che emana dal nostro cuore quando si allontana da Te …

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Chiesa Evangelica Isola

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